Giove: Correnti e jetstream

Da Sezione Pianeti UAI.

Versione delle 17:09, 12 ott 2015, autore: Gadamoli (Discussione | contributi)
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Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni jetstream (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)

Correnti lente

Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.

Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’

Correnti a getto (‘‘jetstream’’)

Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi. In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti. La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio. A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.

Macchie di ‘‘jetstream’’

Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB. Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.

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