http://pianeti.uai.it/index.php?title=Speciale:Contributi&feed=atom&target=GadamoliSezione Pianeti UAI - Contributi utente [it]2024-03-19T04:02:57ZDa Sezione Pianeti UAI.MediaWiki 1.15.1http://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Meeting_JUPOS_2019Giove - Meeting JUPOS 20192019-07-23T20:18:19Z<p>Gadamoli: Creata pagina con 'Presentazione di relazioni nel meeting di Hinterzarten Il 12-13 luglio 2019 il team JUPOS si è ritrovato a Hinterzar…'</p>
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<div>[[Immagine:JUPOS_Hinterzarten_2019.jpg|thumb|600px|center|Presentazione di relazioni nel meeting di Hinterzarten]]<br />
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Il 12-13 luglio 2019 il team JUPOS si è ritrovato a Hinterzarten (Germania) con gli stessi partecipanti del meeting di tre anni prima: H.-J. Mettig, G. Hahn, J. H. Rogers, M. Jacquesson, G. Adamoli.<br />
In questa sede, un piccolo paese della Foresta Nera, le riunioni scientifiche si sono alternate a momenti rilassanti di turismo nelle località vicine. I tedeschi, padroni di casa e organizzatori, hanno guidato alla ricognizione di boschi, di cui la regione è piena, dei paesi vicini, e ci hanno portati in riva al piccolo lago Titisee. <br />
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Come in passato, gli interventi più significativi del meeting sono stati quelli di Rogers, Direttore della Jupiter Section della BAA, anima scientifica del gruppo, autorità riconosciuta nel mondo per lo studio dell'atmosfera di Giove. Questi ha fatto il punto sulla ricognizione fotografica del pianeta, condotta dalla sonda Juno (con la fotocamera JunoCam), in sinergia con le immagini raccolte dai più valenti astrofili del mondo. La sonda esplora il pianeta ogni due mesi durante brevi sorvoli radenti; gli astrofili provvedono osservazioni di contesto, cruciali per avere un quadro organico di insieme dell'attività atmosferica.<br />
<br />
Giove non è mai lo stesso, garantisce sempre sorprese e nuove scoperte, e le ultime sono emozionanti. La Macchia Rossa (GRS) è al centro dell'attenzione, per il distacco da essa di numerose sottili scaglie rossicce ('blades'), scalzate via, a quanto sembra, dal passaggio di ovali chiari di jetstream entro la 'baia' nella SEB. Il fenomeno, non del tutto nuovo, ma mai così frequente come durante la presente apparizione, sembra produrre un'ulteriore riduzione della dimensioni della Macchia.<br />
La sonda Juno ha evidenziato l'insospettata attività presente nelle regioni polari, difficili da osservare dalla Terra, con la presenza di vortici ciclonici e anticiclonici strutturati in forme regolari, apparentemente stabili, ai vertici di poligoni centrati su ciascun polo. Simulazioni matematiche e sperimentali suggeriscono che i poligoni polari siano l'esito prevedibile della dinamica dei flussi atmosferici di un pianeta come Giove. Attorno a queste strutture, sono stati fotografati jetstream e altri ovali, non meno numerosi di quelli seguiti a bassa latitudine; qualcuno di questi è rintracciabile nelle carte tempo-longitudine di JUPOS. <br />
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Altre immagini della sonda Juno mostrano dettagli mozzafiato su tutto il pianeta: gruppi di cirri di alta quota, che gettano la loro ombra sulla copertura nuvolosa sottostante; increspature, onde che si muovono secondo diverse direzioni di propagazione (mesoscale waves); la struttura fine delle gigantesche conformazioni già studiate dalla Terra a minor risoluzione, come i circuiti ciclonici lungo la STB, i festoni equatoriali, le 'barge' rossicce della NEB e della SEB, etc.<br />
<br />
Jacquesson ha presentato una messa a punto dei suoi studi sulla rotazione interna della GRS, attraverso la misura di condensazioni e irregolarità che turbinano entro il grande vortice. In particolare, ha cercato di caratterizzare la dipendenza della velocità di questi dettagli dalla loro distanza dal centro della Macchia, cosa non facile per la poca definizione di questi chiaroscuri, la loro evoluzione rapida, la difficoltà di determinare con precisione il centro e il raggio della GRS. Sicuramente la velocità non è costante nel tempo, e la GRS, come detto, si sta evolvendo progressivamente sotto i nostri occhi.<br />
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Adamoli ha parlato della calibrazione delle misure in latitudine effettuate con WinJUPOS. La procedura standard adottata finora dai misuratori del programma prevede di dimensionare l'immagine di Giove nella maschera di misurazione in modo che la latitudine degli ovali in SSTB sia attorno a 40.5°S, valore pressoché costante dedotto con le sonde spaziali. In realtà, questi ovali sembrano avere una posizione lievemente variabile, in funzione, come altre macchie, della velocità di deriva. Per una misura indipendente degli ovali, l'autore ha usato la posizione di satelliti e loro ombre in transito sul disco di Giove, come indicatori alternativi per posizionare la maschera di misura. In tal modo, si evidenziano scarti di latitudine degli ovali dell'ordine di decimi di grado, e il metodo permette anche di evidenziare bordi 'limati' dall'elaborazione digitale, o resi incerti da irradiazione. <br />
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Hahn, che cura lo sviluppo del programma WinJUPOS, ha tenuto una tavola rotonda con gli altri membri del gruppo, per raccogliere suggerimenti sull'implementazione di nuove funzioni, come la traduzione del programma in lingue diverse da quelle finora disponibili. <br />
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Fra gli altri temi dibattuti, la difficile decisione se mantenere l'orientazione delle carte JUPOS con il sud in alto, secondo la convenzione amatoriale classica, o uniformarsi allo standard dei professionisti, con cui abbiamo sempre più contatti, che mettono il nord in alto. Si è parlato anche di come rapportarsi meglio con coloro che contribuiscono al programma JUPOS con le loro immagini, e della possibilità di interscambio di dati fra i misuratori di immagini, per un controllo incrociato del lavoro di ciascuno.<br />
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In questa riunione mancava, per motivi di lavoro, Marco Vedovato, l'altro misuratore italiano del team. Si è pensato tuttavia di farlo partecipare in qualche modo al meeting, attraverso collegamenti in diretta via Skype. E' stato un piacere scambiare anche con Marco impressioni e osservazioni sulle tematiche in agenda, e costui ha potuto mostrare ai colleghi, fra altre cose, l'ultima sua animazione dell'attività recente attorno alla GRS.<br />
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[[Immagine:Hinterzarten_Moon&Jupiter.jpg|thumb|600px|center|Giove e la Luna in congiunzione sopra il campanile della chiesa di Hinterzarten, fotografati da G. Hahn la sera del 13 luglio 2019]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Il_progetto_JUPOSGiove - Il progetto JUPOS2019-07-23T20:17:15Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>== Introduzione ==<br />
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All'inizio degli anni '90 due astrofili tedeschi, Hans-Jorg Mettig e Grischa Hahn, hanno concepito il progetto di raccogliere in un unico database le osservazioni di posizione delle macchie di Giove passate, presenti e future, e di sviluppare un software per interrogare i dati in modo flessibile, onde ricavare agevolmente informazioni statistiche sulle singole macchie, i loro spostamenti nell'atmosfera gioviana, l'andamento delle correnti atmosferiche alle diverse latitudini.<br />
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Nacque così PC-JUPOS ("JU-piter POS-itions"), un programma sviluppato in ambiente DOS e, parallelamente, fu avviata la raccolta del maggior numero possibile di osservazioni sia contemporanee sia storiche, cronometraggi di transiti al Meridiano Centrale (MC), così come misure micrometriche, misure di fotografie e disegni.<br />
<br />
Col tempo, il programma si è arricchito di funzioni e grafica (effemeridi, regressione lineare dei moti in longitudine, routine per la misura di immagini). Intanto, si assisteva al progressivo affermarsi della fotografia digitale, che ha prodotto una mole ingente di misure di maggior precisione rispetto alle vecchie metodologie, ormai divenute obsolete. Il database JUPOS oggi si basa quasi esclusivamente sulle immagini digitali, anche se conserva preziose misure di tutto il '900 e addirittura dell'800, eseguite con tecniche disparate.<br />
<br />
Successivamente Hahn ha sviluppato un programma in ambiente Windows, l'attuale WinJUPOS, nel quale sono state estese le funzionalità di PC-JUPOS a tutti i pianeti del Sistema Solare, da Mercurio a Nettuno, più la Luna e il Sole. Periodicamente, vengono prodotte versioni aggiornate del programma, scaricabili dal sito dell'autore (http://www.grischa-hahn.homepage.t-online.de). Il lavoro di implementazione è lungo, tant'è che non è ancora stata completata la traduzione dell'"Help" dal tedesco all'inglese. Tuttavia, anche così il programma è divenuto un prezioso strumento di misurazione, analisi e pianificazione osservativa per molti utenti in tutto il mondo.<br />
<br />
Nel frattempo, il "Progetto JUPOS" prosegue la sistematica misurazione di immagini di Giove prodotte da astrofili di ogni Paese. Le misure sono condotte da un piccolo gruppo di persone, sotto la supervisione di Mettig: i misuratori italiani sono attualmente G. Adamoli e M. Vedovato. Ogni immagine produce decine di misure di latitudine/longitudine dei dettagli atmosferici, con la precisione tipica del grado. Mettig raccoglie periodicamente i risultati, li rende disponibili nel suo sito (http://www.jupos.org) e li trasforma in diagrammi tempo-longitudine relativi alle varie correnti atmosferiche di Giove. Questi risultati sono utilizzati in particolare di J.H. Rogers, Direttore della Jupiter Section della B.A.A., per studi sistematici molto approfonditi della fenomenologia del pianeta. Rogers e Mettig ne hanno tratto di recente alcuni articoli a livello professionale pubblicati sulla rivista "Icarus".<br />
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[[Immagine:WinJUPOS_measures.jpg|550px|center|Database di misure di WinJUPOS]]<br />
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== Funzioni di WinJUPOS ==<br />
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L'attuale versione di WinJUPOS contiene, fra le altre, queste funzioni (se ne parla più diffusamente in altra parte del sito ([[WinJUPOS: misure di latitudine e longitudine|vedi]]):<br />
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- misurazione di un'immagine, previa sovrapposizione di una maschera di misura che riproduce il profilo del pianeta, tenendo conto della fase teorica;<br />
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- salvataggio delle misure (latitudine e longitudine) in un database di file creati secondo necessità: ogni file è destinato, in genere, a ospitare i risultati di un osservatore;<br />
<br />
- selezioni di misure, prodotte interrogando il database tramite un insieme di filtri (file da esaminare, tipologia di oggetto, intervalli di longitudine o latitudine, intervalli temporali, banda di acquisizione, misuratore ...);<br />
<br />
- Visualizzazione dei "Selection files" così prodotti in grafici di longitudine (o latitudine) in funzione del tempo, oppure longitudine in funzione della latitudine;<br />
<br />
- creazione di planisferi parziali o totali del pianeta a partire da un certo numero di immagini; è possibile impostare il sistema di longitudine di riferimento, la risoluzione, l'intensità, il contrasto e il gamma di ciascuna immagine (con correzione per l'oscuramento al bordo), l'orientazione e la proiezione cartografica (cilindrica, polare, etc).<br />
<br />
I "Selection files" possono essere ordinati cronologicamente o secondo altri criteri e interrogati al loro interno, selezionando tutte le misure o parte di esse, per il calcolo di parametri quali latitudine media, deriva in longitudine, velocità lineare, periodo di rotazione. <br />
<br />
Impadronirsi delle funzioni essenziali del programma può richiedere un certo impegno (le funzioni sono numerose, non tutto l'Help come detto è in inglese), ma ne vale la pena per qualunque osservatore serio; se ne ricava la possibilità di analizzare velocemente immagini e misure per estrarre una gran quantità di informazioni interessanti.<br />
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[[Immagine:WinJUPOS_graphics(bis).jpg|550px|center|Effemeridi grafiche di WinJUPOS]]<br />
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WinJUPOS meriterebbe di essere scaricato in ogni PC anche solo per le sue funzioni di effemeride. Impostando le proprie coordinate geografiche, data e TU, il programma fornisce tutte le informazioni significative geometriche e fisiche: ascensione retta e declinazione del pianeta, altezza e azimut, longitudine al Meridiano Centrale nei vari Sistemi di riferimento, tempi del sorgere, del tramonto, della culminazione, elongazione dal Sole, diametro apparente, magnitudine, fase, inclinazione dell'asse polare rispetto al Sole e alla Terra, posizione dei satelliti, visualizzazione grafica del pianeta e dei satelliti, con possibilità di sovrapporre al disco del pianeta una mappa preordinata ("texture"), magari costruita attraverso le funzioni cartografiche. Per programmare le osservazioni, si può impostare la longitudine di un dettaglio e il moto previsto, e vengono fornite data e TU dei suoi prossimi transiti al MC (e l'altezza del pianeta in quel momento).<br />
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== Posizionamento della maschera di misura ==<br />
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Per chi voglia intraprendere misure posizionali dei dettagli di Giove, sono opportune alcune avvertenze. WinJUPOS prevede la possibilità, solo per questo pianeta, di <br />
posizionare automaticamente la maschera di misura sulle immagini. Tale funzione è utile, ma la facilità d'uso non deve far trascurare alcune possibili fonti di errore. Innanzitutto, tale funzione automatica a volte funziona male (nel caso di immagini di scarsa qualità, o incorniciate da dati di acquisizione), ma è più insidioso il caso in cui essa funziona in modo apparentemente corretto, ma in realtà è tratta in inganno da asimmetrie nell'immagine (la presenza della Macchia Rossa, la debolezza di parte di fascia) e soprattutto dalla presenza di un bordo sfuocato, indistinto o al contrario reso troppo inciso dall'elaborazione. E' stato notato come effetti del seeing e/o dell'uso pesante di algoritmi quali "unsharp mask", "wavelets", etc., porti alla creazione di un bordo diverso da quello reale, in genere riducendo il diametro apparente del pianeta, ma qualche volta agendo in modo opposto.<br />
<br />
Si deve dunque diffidare del posizionamento automatico del bordo offerto dal programma, e applicare alcuni espedienti che permettono di gestire questa delicata operazione nel modo più affidabile. Un aiuto viene dall'eventuale presenza di un satellite vicino al pianeta o in transito: poiché la sua posizione è visualizzata dal programma, esso funge da punto di riferimento. In sua assenza, il diametro del profilo può essere aumentato o diminuito in modo da restituire una posizione plausibile per alcuni dettagli, noti per mantenere una latitudine pressoché costante. Fra i migliori in questo senso, vi sono i brillanti ovali anticlonici a 40.5°S, solitamente presenti in vari settori della SSTB; essi non si discostano da questa latitudine più di qualche decimo di grado. L'aggiustamento del profilo fatto in questo modo può essere criticato dal punto di vista metodologico, ma è un compromesso preferibile nella maggior parte dei casi, specie quando si ha a che fare con immagini di qualità men che perfetta.<br />
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Capita di avere immagini un po' "buie" o molto contrastate, con il bordo che sfuma nell'invisibilità. In tal caso, lo si può evidenziare agendo sul gamma , alzandolo tale parametro a dismisura fino a rendere il disco "bruciato". Un'ulteriore avvertenza è quella di non dar credito al bordo visibile sul lato del terminatore, fuori opposizione; spesso tale regione è così debole che l'elaborazione ne cancella un pezzetto. Per posizionare il profilo della maschera di misura, conviene fare riferimento soprattutto sul bordo in luce e sui poli del pianeta.<br />
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* [[Giove - Meeting JUPOS 2007|'''Meeting JUPOS 2007''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2009|'''Meeting JUPOS 2009''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2011|'''Meeting JUPOS 2011''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2016|'''Meeting JUPOS 2016''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2019|'''Meeting JUPOS 2019''']]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Hinterzarten_Moon%26Jupiter.jpgFile:Hinterzarten Moon&Jupiter.jpg2019-07-23T20:15:45Z<p>Gadamoli: Giove e Luna in congiunzione a Hinterzarten (G. Hahn, luglio 2019)</p>
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<div>Giove e Luna in congiunzione a Hinterzarten (G. Hahn, luglio 2019)</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:JUPOS_Hinterzarten_2019.jpgFile:JUPOS Hinterzarten 2019.jpg2019-07-23T20:14:26Z<p>Gadamoli: Riunione del team JUPOS a Hinterzarten nel luglio 2019</p>
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<div>Riunione del team JUPOS a Hinterzarten nel luglio 2019</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Osservazioni_UAI:_StatisticheGiove - Osservazioni UAI: Statistiche2018-01-16T13:33:21Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>Si trovano qui i dati statistici prodotti dalla Sezione Pianeti UAI, apparizione per apparizione, comprendenti l'elenco degli osservatori, intensità, colore e latitudine delle bande e zone del pianeta, posizione e moto delle macchie atmosferiche.<br />
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* [[media:Giove_2003-2004_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2003-2004''']]<br />
* [[media:Giove_2004-2005_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2004-2005''']]<br />
* [[media:Giove_2005-2006_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2005-2006''']]<br />
* [[media:Giove_2007_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2007''']]<br />
* [[media:Giove_2008_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2008''']]<br />
* [[media:Giove_2009-10_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2009-2010''']]<br />
* [[media:Giove_2010-11_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2010-2011''']]<br />
* [[media:Giove_2011-12_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2011-2012''']]<br />
* [[media:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdf|'''Apparizione 2012-2013''']]<br />
* [[media:Giove_2013-14_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2013-2014''']]<br />
* [[media:Giove_2014-15_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2014-2015''']]<br />
* [[media:Giove_2015-16_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2015-2016''']]<br />
* [[media:Giove_2016-17_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2016-2017''']]<br />
<br />
Questi dati sono apparsi, in forma completa o riassunta, nei rapporti periodici pubblicati su 'Astronomia UAI'.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_2016-17_dati_UAI.pdfFile:Giove 2016-17 dati UAI.pdf2018-01-16T13:32:13Z<p>Gadamoli: Statistiche delle osservazioni UAI di Giove nell'apparizione 2016-17</p>
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<div>Statistiche delle osservazioni UAI di Giove nell'apparizione 2016-17</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2017-02-15T12:32:32Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
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Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
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Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 47m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
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A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
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In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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=== 2007 ===<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
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La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
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Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
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Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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=== 2012 ===<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
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Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
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=== 2016 ===<br />
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[[Immagine:Giove_20161023_Olivetti.jpg|thumb|250px|left|T. Olivetti, 23 ottobre 2016, IR. Barre scure stanno riformando la NTB.]]<br />
[[Immagine:Giove_20170121_Olivetti.jpg|thumb|250px|right|T. Olivetti, 21 gennaio 2017. NEB e NTB sembrano quasi formare un'unica fascia. L'ombra di Europa è in transito.]]<br />
La NTB, che si era progressivamente indebolita, è stata sede di un nuovo ''outbreak'' nel periodo attorno alla congiunzione eliaca del settembre 2016. Le prime osservazioni del fenomeno sono immagini a bassa risoluzione acquisite dalla fotovamera ''JunoCam'' a bordo della sonda americana Juno, da poco giunta in orbita attorno a Giove. Alcune immagini fra l'11 e il 14 ottobre mostrano 3 o 4 nuclei brillanti a latitudine 24°N, dotati della tipica deriva super-veloce, e alcune barre scure intermedie più lente. <br />
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Dopo la metà del mese, G. Orton conferma la brillantezza delle macchie chiare nell'IR, con il telescopio NASA-IRTF nelle Hawaii, e giungono le prime immagini di amatori che riescono a riprendere Giove nel cielo dell'alba, ancora molto vicino al Sole (T. Ashcraft, I. Miyazaki, P. Miles, A. Wesley, e il nostro T. Olivetti da Bangkok). Sparite le macchie chiare, rimane la lunga catena di barre scure che, in poche settimane, si salda a formare una nuova NTB. La fascia è da subito ben definita e prominente. <br />
<br />
La NTropZ in novembre diventa anch'esso liementente colorata, più scura, ingombra di macchie e strisce poste in diagonale, secondo il differenziale della velocità dei venti nella regione. In dicembre, si differenziano due componenti: una STB(S) arancione, diffusa, e una NTB(N) grigia, dai contorni irregolari. La scurezza della NTropZ è tale che, in alcuni settori, NEB e NTB danno quasi l'impressione di un'unica, larghissima fascia.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/GioveGiove2017-02-15T12:31:21Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>[[Immagine:20070217oliv.jpg|right|Giove ripreso da T. Olivetti il 17 febbraio 2007.]]<br />
* [[Giove: Il Pianeta|'''Il pianeta''']]<br />
* [[Giove: Nomenclatura|'''Nomenclatura''']]<br />
* [[Giove: Correnti e jetstream|'''Correnti e jetstream''']]<br />
* [[Giove: l'Osservazione|'''Osservare Giove''']]<br />
* [[Giove: fotografia digitale|'''Fotografia digitale''']]<br />
* [[Altri articoli | '''Articoli''']] '''e''' [[Giove: Report | '''Report''']]<br />
* [[Giove: link utili|'''Link utili''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove: mappa più recente|'''Jupiter Latest Planispheres/Planisferi più recenti del pianeta''']]<br />
* [[Giove: eruzione di macchie in NTB|'''Eruzione di macchie in NTB''']]<br />
* [[Giove: "Revival" della SEB|'''"Revival" della SEB''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Archivio osservazioni|'''Archivio osservazioni''']]<br />
* [[Giove: Mappe|'''Archivio planisferi da immagini CCD''']]<br />
* [[Jupiter: Ramarkable Charts|'''Jupiter: Ramarkable Charts (grafici di interesse)''']]<br />
* [[Giove - Osservazioni UAI: Statistiche|'''Osservazioni UAI: Statistiche''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Il progetto JUPOS|'''Il progetto JUPOS''']]<br />
<br />
<br />
<br />
----<br />
<br />
===Coordinatori del Programma Giove===<br />
<br />
[[Coordinamento|Gianluigi Adamoli]]<br />
<br />
[[Coordinamento|Marco Vedovato]]<br />
<br />
[[Category:Pianeti]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Archivio_osservazioniGiove - Archivio osservazioni2017-02-15T12:30:42Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=94 '''Apparizione 2015-2016''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=81 '''Apparizione 2014-2015''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=75 '''Apparizione 2013-2014''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=69 '''Apparizione 2012-2013''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=66 '''Apparizione 2011-2012''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=62 '''Apparizione 2010-2011''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=53 '''Apparizione 2009-2010''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=46 '''Apparizione 2008''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=11 '''Apparizione 2006-2007''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=24 '''Apparizione 2005-2006''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=39 '''Apparizione 2004-2005''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=38 '''Apparizione 2003-2004''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=37 '''Apparizione 2002-2003''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=36 '''Apparizione 2001-2002''']<br />
<br />
* [[Giove - lista degli osservatori|'''Lista degli osservatori''']]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2017-02-15T12:24:28Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 47m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
<br />
<br />
=== 2007 ===<br />
<br />
[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
<br />
<br />
=== 2012 ===<br />
<br />
[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
=== 2016 ===<br />
<br />
<br />
[[Immagine:Giove_20161023_Olivetti.jpg|thumb|250px|left|T. Olivetti, 23 ottobre 2016, IR. Barre scure stanno riformando la NTB.]]<br />
[[Immagine:Giove_20170121_Olivetti.jpg|thumb|250px|right|T. Olivetti, 21 gennaio 2017. NEB e NTB sembrano quasi formare un'unica fascia. L'ombra di Europa è in transito.]]<br />
La NTB, che si era progressivamente indebolita, è stata sede di un nuovo ''outbreak'' nel periodo attorno alla congiunzione eliaca del settembre 2016. Le prime osservazioni del fenomeno sono immagini a bassa risoluzione acquisite dalla fotovamera ''JunoCam'' a bordo della sonda americana Juno, da poco giunta in orbita attorno a Giove. Alcune immagini fra l'11 e il 14 ottobre mostrano 3 o 4 nuclei brillanti a latitudine 24°N, dotati della tipica deriva super-veloce, e alcune barre scure intermedie più lente. <br />
<br />
Dopo la metà del mese, G. Orton conferma la brillantezza delle macchie chiare nell'IR, con il telescopio NASA-IRTF nelle Hawaii, e giungono le prime immagini di amatori che riescono a riprendere Giove nel cielo dell'alba, ancora molto vicino al Sole (T. Ashcraft, I. Miyazaki, P. Miles, A. Wesley, e il nostro T. Olivetti da Bangkok). Sparite le macchie chiare, rimane la lunga catena di barre scure che, in poche settimane, si salda a formare una nuova NTB. La fascia è da subito ben definita e prominente. <br />
<br />
La NTropZ in novembre diventa anch'esso liementente colorata, più scura, ingombra di macchie e strisce poste in diagonale, secondo il differenziale della velocità dei venti nella regione. In dicembre, si differenziano due componenti: una STB(S) arancione, diffusa, e una NTB(N) grigia, dai contorni irregolari. La scurezza della NTropZ è tale che, in alcuni settori, NEB e NTB danno quasi l'impressione di un'unica, larghissima fascia.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2017-02-15T12:23:18Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
<br />
<br />
=== 2007 ===<br />
<br />
[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
<br />
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=== 2012 ===<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
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=== 2016 ===<br />
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[[Immagine:Giove_20161023_Olivetti.jpg|thumb|250px|left|T. Olivetti, 23 ottobre 2016, IR. Barre scure stanno riformando la NTB.]]<br />
[[Immagine:Giove_20170121_Olivetti.jpg|thumb|250px|right|T. Olivetti, 21 gennaio 2017. NEB e NTB sembrano quasi formare un'unica fascia. L'ombra di Europa è in transito.]]<br />
La NTB, che si era progressivamente indebolita, è stata sede di un nuovo ''outbreak'' nel periodo attorno alla congiunzione eliaca del settembre 2016. Le prime osservazioni del fenomeno sono immagini a bassa risoluzione acquisite dalla fotovamera ''JunoCam'' a bordo della sonda americana Juno, da poco giunta in orbita attorno a Giove. Alcune immagini fra l'11 e il 14 ottobre mostrano 3 o 4 nuclei brillanti a latitudine 24°N, dotati della tipica deriva super-veloce, e alcune barre scure intermedie più lente. <br />
<br />
Dopo la metà del mese, G. Orton conferma la brillantezza delle macchie chiare nell'IR, con il telescopio NASA-IRTF nelle Hawaii, e giungono le prime immagini di amatori che riescono a riprendere Giove nel cielo dell'alba, ancora molto vicino al Sole (T. Ashcraft, I. Miyazaki, P. Miles, A. Wesley, e il nostro T. Olivetti da Bangkok). Sparite le macchie chiare, rimane la lunga catena di barre scure che, in poche settimane, si salda a formare una nuova NTB. La fascia è da subito ben definita e prominente. <br />
<br />
La NTropZ in novembre diventa anch'esso liementente colorata, più scura, ingombra di macchie e strisce poste in diagonale, secondo il differenziale della velocità dei venti nella regione. In dicembre, si differenziano due componenti: una STB(S) arancione, diffusa, e una NTB(N) grigia, dai contorni irregolari. La scurezza della NTropZ è tale che, in alcuni settori, NEB e NTB danno quasi l'impressione di un'unica, larghissima fascia.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2017-02-15T12:22:34Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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=== 2007 ===<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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=== 2012 ===<br />
<br />
[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
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=== 2016 ===<br />
<br />
[[Immagine:Giove_20161023_Olivetti.jpg|thumb|250px|left|T. Olivetti, 23 ottobre 2016, IR. Barre scure stanno riformando la NTB.]]<br />
[[Immagine:Giove_20170121_Olivetti.jpg|thumb|250px|right|T. Olivetti, 21 gennaio 2017. NEB e NTB sembrano quasi formare un'unica fascia. L'ombra di Europa è in transito.]]<br />
La NTB, che si era progressivamente indebolita, è stata sede di un nuovo ''outbreak'' nel periodo attorno alla congiunzione eliaca del settembre 2016. Le prime osservazioni del fenomeno sono immagini a bassa risoluzione acquisite dalla fotovamera ''JunoCam'' a bordo della sonda americana Juno, da poco giunta in orbita attorno a Giove. Alcune immagini fra l'11 e il 14 ottobre mostrano 3 o 4 nuclei brillanti a latitudine 24°N, dotati della tipica deriva super-veloce, e alcune barre scure intermedie più lente. <br />
<br />
Dopo la metà del mese, G. Orton conferma la brillantezza delle macchie chiare nell'IR, con il telescopio NASA-IRTF nelle Hawaii, e giungono le prime immagini di amatori che riescono a riprendere Giove nel cielo dell'alba, ancora molto vicino al Sole (T. Ashcraft, I. Miyazaki, P. Miles, A. Wesley, e il nostro T. Olivetti da Bangkok). Sparite le macchie chiare, rimane la lunga catena di barre scure che, in poche settimane, si salda a formare una nuova NTB. La fascia è da subito ben definita e prominente. <br />
<br />
La NTropZ in novembre diventa anch'esso liementente colorata, più scura, ingombra di macchie e strisce poste in diagonale, secondo il differenziale della velocità dei venti nella regione. In dicembre, si differenziano due componenti: una STB(S) arancione, diffusa, e una NTB(N) grigia, dai contorni irregolari. La scurezza della NTropZ è tale che, in alcuni settori, NEB e NTB danno quasi l'impressione di un'unica, larghissima fascia.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2017-02-15T12:21:59Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
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In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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=== 2007 ===<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
<br />
<br />
=== 2012 ===<br />
<br />
[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
<br />
<br />
=== 2016 ===<br />
<br />
[[Immagine:Giove_20161023_Olivetti.jpg|thumb|250px|left|T. Olivetti, 23 ottobre 2016, IR. Barre scure stanno riformando la NTB.]]<br />
[[Immagine:Giove_20170121_Olivetti.jpg|thumb|250px|right|T. Olivetti, 21 gennaio 2017. NEB e NTB sembrano quasi formare un'unica fascia. L'ombra di Europa è in transito.]]<br />
La NTB, che si era progressivamente indebolita, è stata sede di un nuovo ''outbreak'' nel periodo attorno alla congiunzione eliaca del settembre 2016. Le prime osservazioni del fenomeno sono immagini a bassa risoluzione acquisite dalla fotovamera ''JunoCam'' a bordo della sonda americana Juno, da poco giunta in orbita attorno a Giove. Alcune immagini fra l'11 e il 14 ottobre mostrano 3 o 4 nuclei brillanti a latitudine 24°N, dotati della tipica deriva super-veloce, e alcune barre scure intermedie più lente. <br />
<br />
Dopo la metà del mese, G. Orton conferma la brillantezza delle macchie chiare nell'IR, con il telescopio NASA-IRTF nelle Hawaii, e giungono le prime immagini di amatori che riescono a riprendere Giove nel cielo dell'alba, ancora molto vicino al Sole (T. Ashcraft, I. Miyazaki, P. Miles, A. Wesley, e il nostro T. Olivetti da Bangkok). Sparite le macchie chiare, rimane la lunga catena di barre scure che, in poche settimane, si salda a formare una nuova NTB. La fascia è da subito ben definita e prominente. <br />
<br />
La NTropZ in novembre diventa anch'esso liementente colorata, più scura, ingombra di macchie e strisce poste in diagonale, secondo il differenziale della velocità dei venti nella regione. In dicembre, si differenziano due componenti: una STB(S) arancione, diffusa, e una NTB(N) grigia, dai contorni irregolari. La scurezza della NTropZ è tale che, in alcuni settori, NEB e NTB danno quasi l'impressione di un'unica, larghissima fascia.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_20170121_Olivetti.jpgFile:Giove 20170121 Olivetti.jpg2017-02-15T12:20:02Z<p>Gadamoli: Immagine di Giove di T. Olivetti del 21 gennaio 2017</p>
<hr />
<div>Immagine di Giove di T. Olivetti del 21 gennaio 2017</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_20161023_Olivetti.jpgFile:Giove 20161023 Olivetti.jpg2017-02-15T12:19:16Z<p>Gadamoli: Immagine di Giove di T. Olivetti del 23 ottobre 2016</p>
<hr />
<div>Immagine di Giove di T. Olivetti del 23 ottobre 2016</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Osservazioni_UAI:_StatisticheGiove - Osservazioni UAI: Statistiche2017-02-15T12:17:24Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Si trovano qui i dati statistici prodotti dalla Sezione Pianeti UAI, apparizione per apparizione, comprendenti l'elenco degli osservatori, intensità, colore e latitudine delle bande e zone del pianeta, posizione e moto delle macchie atmosferiche.<br />
<br />
* [[media:Giove_2003-2004_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2003-2004''']]<br />
* [[media:Giove_2004-2005_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2004-2005''']]<br />
* [[media:Giove_2005-2006_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2005-2006''']]<br />
* [[media:Giove_2007_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2007''']]<br />
* [[media:Giove_2008_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2008''']]<br />
* [[media:Giove_2009-10_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2009-2010''']]<br />
* [[media:Giove_2010-11_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2010-2011''']]<br />
* [[media:Giove_2011-12_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2011-2012''']]<br />
* [[media:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdf|'''Apparizione 2012-2013''']]<br />
* [[media:Giove_2013-14_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2013-2014''']]<br />
* [[media:Giove_2014-15_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2014-2015''']]<br />
* [[media:Giove_2015-16_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2015-2016''']]<br />
<br />
Questi dati sono apparsi, in forma completa o riassunta, nei rapporti periodici pubblicati su 'Astronomia UAI'.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_2015-16_dati_UAI.pdfFile:Giove 2015-16 dati UAI.pdf2017-02-15T12:16:19Z<p>Gadamoli: Dati delle osservazioni UAI di Giove dell'apparizione 2015-16</p>
<hr />
<div>Dati delle osservazioni UAI di Giove dell'apparizione 2015-16</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Meeting_JUPOS_2016Giove - Meeting JUPOS 20162016-07-20T09:36:56Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>[[Immagine:Meeting_JUPOS_2016.jpg|thumb|600px|center|J. Rogers presenta un suo intervento al <br />
meeting]]<br />
<br />
Il 15-16 luglio 2016 il team JUPOS si è riunito a Falkau (Germania) per un nuovo meeting di <br />
messa a punto della nostra attività. Erano presenti il Direttore del progetto, H.-J. Mettig, <br />
l'ideatore del programma WinJUPOS, G. Hahn, il Direttore della Jupiter Section della BAA, J. <br />
Rogers, il misuratore e analizzatore francese M. Jacquesson e, per l'UAI, G. Adamoli.<br />
Denso di contenuti scientifici, l'incontro si è svolto, come i precedenti, in una piccola <br />
località della Foresta Nera. Non sono mancati momenti informali, durante i quali sono stati <br />
visitati i dintorni. In particolare, nel primo giorno, si è svolta una visita guidata al <br />
vicino Osservatorio Solare di Schauinsland, dove ci è stata presentata l'attività <br />
scientifica, divulgativa e didattica che vi si svolge, in collegamento con l'Istituto <br />
Kiepenheuer di Friburgo, e il telescopio solare Gregor installato a Tenerife. Si è anche tentato <br />
di osservare il Sole in luce H-alfa, col piccolo telescopio che si vede nella foto sotto; con <br />
scarso successo, per la giornata nuvolosa. <br />
<br />
Il piatto forte del meeting sono state due presentazioni ad ampio respiro da parte di Rogers. <br />
Nella prima, l'esperto inglese ha ripercorso il grande sforzo compiuto per studiare <br />
l'atmosfera di Giove, dalle indagini telescopiche dei tempi andati, allo sguardo delle sonde <br />
spaziali, alla recente rivoluzione portata dalla fotografia digitale. Quest'ultima ha <br />
permesso di confermare e interpretare molti risultati delle indagini precedenti, e di <br />
spingere decisamente oltre le nostre conoscenze. Oggi abbiamo un quadro robusto e unitario <br />
della fenomenologia del pianeta, con il ruolo fondamentale dei jetstream a varie latitudini, <br />
che governano i cicli evolutivi della fasce, lo sviluppo delle configurazioni cicloniche e le <br />
loro interazioni. Particolarmente affascinante è stato ripercorrere l'affievolomento, e <br />
successiva esplosione di attività, della NEB nel 2012: un 'Revival' della fascia che non era <br />
mai stato osservato in tempi moderni (la volta precedente fu nel 1926).<br />
<br />
Nella seconda presentazione, Rogers ha mostrato analogie e differenze dei vari tipi di onde <br />
atmosferiche responsabili dei fenomeni lungo i bordi delle fasce equatoriali. Oggi sappiamo, <br />
ad esempio, che i grandi festoni equatoriali lungo il bordo della NEB non sono altro che la <br />
manifestazione di gigantesche 'onde di Rossby', come quelle che producono le instabilità dei <br />
jetstream stratosferici del nostro pianeta, e governano lo scorrere, alle nostre latitudini, <br />
delle perturbazioni atlantiche.<br />
<br />
Ritroviamo questi e altri tipi di onde lungo il bordo equatoriale della SEB, e sul bordo <br />
polare sia della SEB che della NEB. Un vigoroso impulso al loro studio viene dalla <br />
sorveglianza degli astrofili armati delle moderne fotocamere, in collaborazione con le <br />
osservazioni ed elaborazioni dei professionisti. Il lavoro del nostro gruppo, in particolare, <br />
ha permesso di caratterizzare l'interazione della cosiddetta 'S. Equatorial Disturbance' <br />
(un'altra onda di Rossby) con le piccole proiezioni che si sviluppano lungo il bordo nord <br />
della SEB. Più recentemente le nostre indagini, tutt'ora in corso, hanno avuto per oggetto <br />
piccoli treni di onde scoperti lungo l'altro bordo della SEB.<br />
<br />
Jacquesson ha presentato una breve relazione di un metodo di indagine del moto rotatorio <br />
interno della Grande Macchia Rossa, attraverso l'individuazione di piccole irregolarità e <br />
condensazioni entro l'ovale. Si è scoperto che questo moto sta diventando progressivamente <br />
più veloce.<br />
<br />
Hahn ha chiarito alcune nuove funzionalità implementate nel programma WinJUPOS. Adamoli ha <br />
illustrato le modalità standard con le quali analizza il moto delle macchie atmosferiche a <br />
partire dalle carte tempo-longitudine prodotte con le misure JUPOS, e ha parlato dei metodi <br />
più efficaci per controllare la qualità e precisione delle immagini digitali prodotte dagli <br />
astrofili.<br />
<br />
Infine Mettig ha presentato l'affascinante storia di un amatore tedesco del secolo scorso, W. <br />
Lobering, artista e astrofilo, che produsse numerosi disegni dei pianeti, in particolare di <br />
Giove, nel corso di molti decenni, fra gli anni '20 e i '60 del Novecento.<br />
<br />
[[Immagine:Visita_Schauinsland_obs.jpg|thumb|600px|center|Visita all'Osservatorio Solare <br />
di Schauinsland]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Meeting_JUPOS_2016Giove - Meeting JUPOS 20162016-07-20T09:33:14Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>[[Immagine:Meeting_JUPOS_2016.jpg|thumb|600px|center|J. Rogers presenta un suo intervento al <br />
meeting]]<br />
<br />
Il 15-16 luglio 2016 il team JUPOS si è riunito a Falkau (Germania) per un nuovo meeting di <br />
messa a punto della nostra attività. Erano presenti il Direttore del progetto, H.-J. Mettig, <br />
l'ideatore del programma WinJUPOS, G. Hahn, il Direttore della Jupiter Section della BAA, J. <br />
Rogers, il misuratore e analizzatore francese M. Jacquesson e, per l'UAI, G. Adamoli.<br />
Denso di contenuti scientifici, l'incontro si è svolto, come i precedenti, in una piccola <br />
località della Foresta Nera. Non sono mancati momenti informali, durante i quali sono stati <br />
visitati i dintorni. In particolare, nel primo giorno, si è svolta una visita guidata al <br />
vicino Osservatorio Solare di Schauinsland, dove ci è stata presentata l'attività <br />
scientifica, divulgativa e didattica che vi si svolge, in collegamento con l'Istituto <br />
Kiepenheuer di Friburgo, e il telescopio solare Gregor gestito a Tenerife. Si è anche tentato <br />
di osservare il Sole in luce H-alfa, col piccolo telescopio che si vede nella foto sotto; con <br />
scarso successo, per la giornata nuvolosa. <br />
<br />
Il piatto forte del meeting sono state due presentazioni ad ampio respiro da parte di Rogers. <br />
Nella prima, l'esperto inglese ha ripercorso il grande sforzo compiuto per studiare <br />
l'atmosfera di Giove, dalle indagini telescopiche dei tempi andati, allo sguardo delle sonde <br />
spaziali, alla recente rivoluzione portata dalla fotografia digitale. Quest'ultima ha <br />
permesso di confermare e interpretare molti risultati delle indagini precedenti, e di <br />
spingere decisamente oltre le nostre conoscenze. Oggi abbiamo un quadro robusto e unitario <br />
della fenomenologia del pianeta, con il ruolo fondamentale dei jetstream a varie latitudini, <br />
che governano i cicli evolutivi della fasce, lo sviluppo delle configurazioni cicloniche e le <br />
loro interazioni. Particolarmente affascinante è stato ripercorrere l'affievolomento, e <br />
successiva esplosione di attività, della NEB nel 2012: un 'Revival' della fascia che non era <br />
mai stato osservato in tempi moderni (la volta precedente fu nel 1926).<br />
<br />
Nella seconda presentazione, Rogers ha mostrato analogie e differenze dei vari tipi di onde <br />
atmosferiche responsabili dei fenomeni lungo i bordi delle fasce equatoriali. Oggi sappiamo, <br />
ad esempio, che i grandi festoni equatoriali lungo il bordo della NEB non sono altro che la <br />
manifestazione di gigantesche 'onde di Rossby', come quelle che producono le instabilità dei <br />
jetstream stratosferici del nostro pianeta, e governano lo scorrere, alle nostre latitudini, <br />
delle perturbazioni atlantiche.<br />
<br />
Ritroviamo questi e altri tipi di onde lungo il bordo equatoriale della SEB, e sul bordo <br />
polare sia della SEB che della NEB. Un vigoroso impulso al loro studio viene dalla <br />
sorveglianza degli astrofili armati delle moderne fotocamere, in collaborazione con le <br />
osservazioni ed elaborazioni dei professionisti. Il lavoro del nostro gruppo, in particolare, <br />
ha permesso di caratterizzare l'interazione della cosiddetta 'S. Equatorial Disturbance' <br />
(un'altra onda di Rossby) con le piccole proiezioni che si sviluppano lungo il bordo nord <br />
della SEB. Più recentemente le nostre indagini, tutt'ora in corso, hanno avuto per oggetto <br />
piccoli treni di onde scoperti lungo l'altro bordo della SEB.<br />
<br />
Jacquesson ha presentato una breve relazione di un metodo di indagine del moto rotatorio <br />
interno della Grande Macchia Rossa, attraverso l'individuazione di piccole irregolarità e <br />
condensazioni entro l'ovale. Si è scoperto che questo moto sta diventando progressivamente <br />
più veloce.<br />
<br />
Hahn ha chiarito alcune nuove funzionalità implementate nel programma WinJUPOS. Adamoli ha <br />
illustrato le modalità standard con le quali analizza il moto delle macchie atmosferiche a <br />
partire dalle carte tempo-longitudine prodotte con le misure JUPOS, e ha parlato dei metodi <br />
più efficaci per controllare la qualità e precisione delle immagini digitali prodotte dagli <br />
astrofili.<br />
<br />
Infine Mettig ha presentato l'affascinante storia di un amatore tedesco del secolo scorso, W. <br />
Lobering, artista e astrofilo, che produsse numerosi disegni dei pianeti, in particolare di <br />
Giove, nel corso di molti decenni, fra gli anni '20 e i '60 del Novecento.<br />
<br />
[[Immagine:Visita_Schauinsland_obs.jpg|thumb|600px|center|Visita all'Osservatorio Solare <br />
di Schauinsland]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Meeting_JUPOS_2016Giove - Meeting JUPOS 20162016-07-20T09:32:21Z<p>Gadamoli: Creata pagina con 'J. Rogers presenta un suo intervento al meeting Il 15-16 luglio 2016 il team JUPOS si è riunito a Falkau (Germania) per …'</p>
<hr />
<div>[[Immagine:Meeting_JUPOS_2016.jpg|thumb|600px|center|J. Rogers presenta un suo intervento al <br />
meeting]]<br />
<br />
Il 15-16 luglio 2016 il team JUPOS si è riunito a Falkau (Germania) per un nuovo meeting di <br />
messa a punto del nostra attività. Erano presenti il Direttore del progetto, H.-J. Mettig, <br />
l'ideatore del programma WinJUPOS, G. Hahn, il Direttore della Jupiter Section della BAA, J. <br />
Rogers, il misuratore e analizzatore francese M. Jacquesson e, per l'UAI, G. Adamoli.<br />
Denso di contenuti scientifici, l'incontro si è svolto, come i precedenti, in una piccola <br />
località della Foresta Nera. Non sono mancati momenti informali, durante i quali sono stati <br />
visitati i dintorni. In particolare, nel primo giorno, si è svolta una visita guidata al <br />
vicino Osservatorio Solare di Schauinsland, dove ci è stata presentata l'attività <br />
scientifica, divulgativa e didattica che vi si svolge, in collegamento con l'Istituto <br />
Kiepenheuer di Friburgo, e il telescopio solare Gregor gestito a Tenerife. Si è anche tentato <br />
di osservare il Sole in luce H-alfa, col piccolo telescopio che si vede nella foto sotto; con <br />
scarso successo, per la giornata nuvolosa. <br />
<br />
Il piatto forte del meeting sono state due presentazioni ad ampio respiro da parte di Rogers. <br />
Nella prima, l'esperto inglese ha ripercorso il grande sforzo compiuto per studiare <br />
l'atmosfera di Giove, dalle indagini telescopiche dei tempi andati, allo sguardo delle sonde <br />
spaziali, alla recente rivoluzione portata dalla fotografia digitale. Quest'ultima ha <br />
permesso di confermare e interpretare molti risultati delle indagini precedenti, e di <br />
spingere decisamente oltre le nostre conoscenze. Oggi abbiamo un quadro robusto e unitario <br />
della fenomenologia del pianeta, con il ruolo fondamentale dei jetstream a varie latitudini, <br />
che governano i cicli evolutivi della fasce, lo sviluppo delle configurazioni cicloniche e le <br />
loro interazioni. Particolarmente affascinante è stato ripercorrere l'affievolomento, e <br />
successiva esplosione di attività, della NEB nel 2012: un 'Revival' della fascia che non era <br />
mai stato osservato in tempi moderni (la volta precedente fu nel 1926).<br />
<br />
Nella seconda presentazione, Rogers ha mostrato analogie e differenze dei vari tipi di onde <br />
atmosferiche responsabili dei fenomeni lungo i bordi delle fasce equatoriali. Oggi sappiamo, <br />
ad esempio, che i grandi festoni equatoriali lungo il bordo della NEB non sono altro che la <br />
manifestazione di gigantesche 'onde di Rossby', come quelle che producono le instabilità dei <br />
jetstream stratosferici del nostro pianeta, e governano lo scorrere, alle nostre latitudini, <br />
delle perturbazioni atlantiche.<br />
<br />
Ritroviamo questi e altri tipi di onde lungo il bordo equatoriale della SEB, e sul bordo <br />
polare sia della SEB che della NEB. Un vigoroso impulso al loro studio viene dalla <br />
sorveglianza degli astrofili armati delle moderne fotocamere, in collaborazione con le <br />
osservazioni ed elaborazioni dei professionisti. Il lavoro del nostro gruppo, in particolare, <br />
ha permesso di caratterizzare l'interazione della cosiddetta 'S. Equatorial Disturbance' <br />
(un'altra onda di Rossby) con le piccole proiezioni che si sviluppano lungo il bordo nord <br />
della SEB. Più recentemente le nostre indagini, tutt'ora in corso, hanno avuto per oggetto <br />
piccoli treni di onde scoperti lungo l'altro bordo della SEB.<br />
<br />
Jacquesson ha presentato una breve relazione di un metodo di indagine del moto rotatorio <br />
interno della Grande Macchia Rossa, attraverso l'individuazione di piccole irregolarità e <br />
condensazioni entro l'ovale. Si è scoperto che questo moto sta diventando progressivamente <br />
più veloce.<br />
<br />
Hahn ha chiarito alcune nuove funzionalità implementate nel programma WinJUPOS. Adamoli ha <br />
illustrato le modalità standard con le quali analizza il moto delle macchie atmosferiche a <br />
partire dalle carte tempo-longitudine prodotte con le misure JUPOS, e ha parlato dei metodi <br />
più efficaci per controllare la qualità e precisione delle immagini digitali prodotte dagli <br />
astrofili.<br />
<br />
Infine Mettig ha presentato l'affascinante storia di un amatore tedesco del secolo scorso, W. <br />
Lobering, artista e astrofilo, che produsse numerosi disegni dei pianeti, in particolare di <br />
Giove, nel corso di molti decenni, fra gli anni '20 e i '60 del Novecento.<br />
<br />
[[Immagine:Visita_Schauinsland_obs.jpg|thumb|600px|center|J. Visita all'Osservatorio Solare <br />
di Schauinsland]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Visita_Schauinsland_obs.jpgFile:Visita Schauinsland obs.jpg2016-07-20T09:29:02Z<p>Gadamoli: Visita all'Osservatorio Solare di Schauinsland, presso Friburgo, durante il meeting JUPOS 2016</p>
<hr />
<div>Visita all'Osservatorio Solare di Schauinsland, presso Friburgo, durante il meeting JUPOS 2016</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Meeting_JUPOS_2016.jpgFile:Meeting JUPOS 2016.jpg2016-07-20T09:27:19Z<p>Gadamoli: Meeting del programma JUPOS di ricerca su Giove, tenuto a Falkau (Germania) nel 2016</p>
<hr />
<div>Meeting del programma JUPOS di ricerca su Giove, tenuto a Falkau (Germania) nel 2016</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Il_progetto_JUPOSGiove - Il progetto JUPOS2016-07-20T09:24:44Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>== Introduzione ==<br />
<br />
All'inizio degli anni '90 due astrofili tedeschi, Hans-Jorg Mettig e Grischa Hahn, hanno concepito il progetto di raccogliere in un unico database le osservazioni di posizione delle macchie di Giove passate, presenti e future, e di sviluppare un software per interrogare i dati in modo flessibile, onde ricavare agevolmente informazioni statistiche sulle singole macchie, i loro spostamenti nell'atmosfera gioviana, l'andamento delle correnti atmosferiche alle diverse latitudini.<br />
<br />
Nacque così PC-JUPOS ("JU-piter POS-itions"), un programma sviluppato in ambiente DOS e, parallelamente, fu avviata la raccolta del maggior numero possibile di osservazioni sia contemporanee sia storiche, cronometraggi di transiti al Meridiano Centrale (MC), così come misure micrometriche, misure di fotografie e disegni.<br />
<br />
Col tempo, il programma si è arricchito di funzioni e grafica (effemeridi, regressione lineare dei moti in longitudine, routine per la misura di immagini). Intanto, si assisteva al progressivo affermarsi della fotografia digitale, che ha prodotto una mole ingente di misure di maggior precisione rispetto alle vecchie metodologie, ormai divenute obsolete. Il database JUPOS oggi si basa quasi esclusivamente sulle immagini digitali, anche se conserva preziose misure di tutto il '900 e addirittura dell'800, eseguite con tecniche disparate.<br />
<br />
Successivamente Hahn ha sviluppato un programma in ambiente Windows, l'attuale WinJUPOS, nel quale sono state estese le funzionalità di PC-JUPOS a tutti i pianeti del Sistema Solare, da Mercurio a Nettuno, più la Luna e il Sole. Periodicamente, vengono prodotte versioni aggiornate del programma, scaricabili dal sito dell'autore (http://www.grischa-hahn.homepage.t-online.de). Il lavoro di implementazione è lungo, tant'è che non è ancora stata completata la traduzione dell'"Help" dal tedesco all'inglese. Tuttavia, anche così il programma è divenuto un prezioso strumento di misurazione, analisi e pianificazione osservativa per molti utenti in tutto il mondo.<br />
<br />
Nel frattempo, il "Progetto JUPOS" prosegue la sistematica misurazione di immagini di Giove prodotte da astrofili di ogni Paese. Le misure sono condotte da un piccolo gruppo di persone, sotto la supervisione di Mettig: i misuratori italiani sono attualmente G. Adamoli e M. Vedovato. Ogni immagine produce decine di misure di latitudine/longitudine dei dettagli atmosferici, con la precisione tipica del grado. Mettig raccoglie periodicamente i risultati, li rende disponibili nel suo sito (http://www.jupos.org) e li trasforma in diagrammi tempo-longitudine relativi alle varie correnti atmosferiche di Giove. Questi risultati sono utilizzati in particolare di J.H. Rogers, Direttore della Jupiter Section della B.A.A., per studi sistematici molto approfonditi della fenomenologia del pianeta. Rogers e Mettig ne hanno tratto di recente alcuni articoli a livello professionale pubblicati sulla rivista "Icarus".<br />
<br />
<br />
[[Immagine:WinJUPOS_measures.jpg|550px|center|Database di misure di WinJUPOS]]<br />
<br />
<br />
== Funzioni di WinJUPOS ==<br />
<br />
L'attuale versione di WinJUPOS contiene, fra le altre, queste funzioni (se ne parla più diffusamente in altra parte del sito ([[WinJUPOS: misure di latitudine e longitudine|vedi]]):<br />
<br />
- misurazione di un'immagine, previa sovrapposizione di una maschera di misura che riproduce il profilo del pianeta, tenendo conto della fase teorica;<br />
<br />
- salvataggio delle misure (latitudine e longitudine) in un database di file creati secondo necessità: ogni file è destinato, in genere, a ospitare i risultati di un osservatore;<br />
<br />
- selezioni di misure, prodotte interrogando il database tramite un insieme di filtri (file da esaminare, tipologia di oggetto, intervalli di longitudine o latitudine, intervalli temporali, banda di acquisizione, misuratore ...);<br />
<br />
- Visualizzazione dei "Selection files" così prodotti in grafici di longitudine (o latitudine) in funzione del tempo, oppure longitudine in funzione della latitudine;<br />
<br />
- creazione di planisferi parziali o totali del pianeta a partire da un certo numero di immagini; è possibile impostare il sistema di longitudine di riferimento, la risoluzione, l'intensità, il contrasto e il gamma di ciascuna immagine (con correzione per l'oscuramento al bordo), l'orientazione e la proiezione cartografica (cilindrica, polare, etc).<br />
<br />
I "Selection files" possono essere ordinati cronologicamente o secondo altri criteri e interrogati al loro interno, selezionando tutte le misure o parte di esse, per il calcolo di parametri quali latitudine media, deriva in longitudine, velocità lineare, periodo di rotazione. <br />
<br />
Impadronirsi delle funzioni essenziali del programma può richiedere un certo impegno (le funzioni sono numerose, non tutto l'Help come detto è in inglese), ma ne vale la pena per qualunque osservatore serio; se ne ricava la possibilità di analizzare velocemente immagini e misure per estrarre una gran quantità di informazioni interessanti.<br />
<br />
<br />
[[Immagine:WinJUPOS_graphics(bis).jpg|550px|center|Effemeridi grafiche di WinJUPOS]]<br />
<br />
<br />
WinJUPOS meriterebbe di essere scaricato in ogni PC anche solo per le sue funzioni di effemeride. Impostando le proprie coordinate geografiche, data e TU, il programma fornisce tutte le informazioni significative geometriche e fisiche: ascensione retta e declinazione del pianeta, altezza e azimut, longitudine al Meridiano Centrale nei vari Sistemi di riferimento, tempi del sorgere, del tramonto, della culminazione, elongazione dal Sole, diametro apparente, magnitudine, fase, inclinazione dell'asse polare rispetto al Sole e alla Terra, posizione dei satelliti, visualizzazione grafica del pianeta e dei satelliti, con possibilità di sovrapporre al disco del pianeta una mappa preordinata ("texture"), magari costruita attraverso le funzioni cartografiche. Per programmare le osservazioni, si può impostare la longitudine di un dettaglio e il moto previsto, e vengono fornite data e TU dei suoi prossimi transiti al MC (e l'altezza del pianeta in quel momento).<br />
<br />
== Posizionamento della maschera di misura ==<br />
<br />
Per chi voglia intraprendere misure posizionali dei dettagli di Giove, sono opportune alcune avvertenze. WinJUPOS prevede la possibilità, solo per questo pianeta, di <br />
posizionare automaticamente la maschera di misura sulle immagini. Tale funzione è utile, ma la facilità d'uso non deve far trascurare alcune possibili fonti di errore. Innanzitutto, tale funzione automatica a volte funziona male (nel caso di immagini di scarsa qualità, o incorniciate da dati di acquisizione), ma è più insidioso il caso in cui essa funziona in modo apparentemente corretto, ma in realtà è tratta in inganno da asimmetrie nell'immagine (la presenza della Macchia Rossa, la debolezza di parte di fascia) e soprattutto dalla presenza di un bordo sfuocato, indistinto o al contrario reso troppo inciso dall'elaborazione. E' stato notato come effetti del seeing e/o dell'uso pesante di algoritmi quali "unsharp mask", "wavelets", etc., porti alla creazione di un bordo diverso da quello reale, in genere riducendo il diametro apparente del pianeta, ma qualche volta agendo in modo opposto.<br />
<br />
Si deve dunque diffidare del posizionamento automatico del bordo offerto dal programma, e applicare alcuni espedienti che permettono di gestire questa delicata operazione nel modo più affidabile. Un aiuto viene dall'eventuale presenza di un satellite vicino al pianeta o in transito: poiché la sua posizione è visualizzata dal programma, esso funge da punto di riferimento. In sua assenza, il diametro del profilo può essere aumentato o diminuito in modo da restituire una posizione plausibile per alcuni dettagli, noti per mantenere una latitudine pressoché costante. Fra i migliori in questo senso, vi sono i brillanti ovali anticlonici a 40.5°S, solitamente presenti in vari settori della SSTB; essi non si discostano da questa latitudine più di qualche decimo di grado. L'aggiustamento del profilo fatto in questo modo può essere criticato dal punto di vista metodologico, ma è un compromesso preferibile nella maggior parte dei casi, specie quando si ha a che fare con immagini di qualità men che perfetta.<br />
<br />
Capita di avere immagini un po' "buie" o molto contrastate, con il bordo che sfuma nell'invisibilità. In tal caso, lo si può evidenziare agendo sul gamma , alzandolo tale parametro a dismisura fino a rendere il disco "bruciato". Un'ulteriore avvertenza è quella di non dar credito al bordo visibile sul lato del terminatore, fuori opposizione; spesso tale regione è così debole che l'elaborazione ne cancella un pezzetto. Per posizionare il profilo della maschera di misura, conviene fare riferimento soprattutto sul bordo in luce e sui poli del pianeta.<br />
<br />
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* [[Giove - Meeting JUPOS 2007|'''Meeting JUPOS 2007''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2009|'''Meeting JUPOS 2009''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2011|'''Meeting JUPOS 2011''']]<br />
* [[Giove - Meeting JUPOS 2016|'''Meeting JUPOS 2016''']]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Il_PianetaGiove: Il Pianeta2016-03-10T16:26:44Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>== Come si presenta ==<br />
<br />
Giove, il gigante del Sistema Solare, è il pianeta che, in assoluto, presenta la maggior complessità per quanto riguarda i fenomeni osservabili. I moti atmosferici turbolenti, sostenuti dal calore proveniente dal suo interno e dall'irraggiamento solare, ne fanno un laboratorio naturale di fluidodinamica. La struttura a zone, nota fin dai primi osservatori, è costantemente perturbata da fenomeni turbolenti a evoluzione rapida, con cui convivono strutture coerenti a vita più lunga, come la Grande Macchia Rossa. L'interazione tra le strutture dell'atmosfera produce fenomeni di estremo interesse e complessità, i cui segni possono essere colti in gran numero nei telescopi amatoriali.<br />
<br />
Giove è uno dei cosiddetti "pianeti gassosi", gruppo comprendente anche Saturno e, con minor diritto per la maggiore massa solida, Urano e Nettuno. Giove è tra questi il maggiore per massa e dimensioni: esso rappresenta da solo il 71% della massa totale del sistema di corpi che orbitano attorno al Sole. Il suo diametro è di 142.984 chilometri, la massa di 317,94 masse terrestri.<br />
La grande massa del pianeta genera un'enorme pressione interna, e tanto basta provocare calore che si distribuisce poi in tutto il pianeta: Giove è l'unico pianeta che riesce ad irradiare più energia di quanta ne riceva dal Sole.<br />
<br />
Si pensi che se la sua massa fosse stata più grande, si sarebbero potute innescare le razioni termonucleari, formando così una stella di piccole dimensioni: Giove è una "stella mancata".<br />
Giove possiede una magnetosfera che nella sua parte più intensa si estende per circa 2 milioni di km verso il Sole e anche di più dalla parte opposta; in totale si estende comunque per più di 600 milioni di km.Il vento solare e le particelle cariche nella magnetosfera danno origine ad aurore simili a quelle che si verificano sulla Terra, che però si estendono sull'intera superficie del pianeta.<br />
<br />
Inoltre Giove possiede un sistema di sottili anelli: il bordo esterno di quello principale è posto a 50.000 km dal bordo delle nubi.<br />
<br />
La maggior parte delle informazioni sul pianeta derivava, fino agli ani '90, dalle sonde Voyager 1 e 2 che rispettivamente nel marzo e nel luglio del 1979 hanno osservato il pianeta da vicino. Successivamente la missione Galileo ha monitorato il pianeta per diversi anni, ben coadiuvata da osservazioni compiute a terra, comprendenti anche quelle amatoriali.<br />
<br />
== Caratteristiche fisiche dell'interno ==<br />
<br />
Si ipotizza che all'interno del pianeta si trovi un nucleo denso del diametro di circa 30.000 km, di natura probabilmente rocciosa, composto in maggior parte da ferro e silicati, quindi da cristalli di ghiaccio, ammoniaca e metano convertiti in forma metallica dall'immane pressione della materia sovrastante. Alla superficie del nucleo questa dovrebbe aggirarsi sui 450 milioni di kg per centimetro quadrato.<br />
<br />
Esternamente al nucleo vi è un mantello (shell) di idrogeno anch'esso sottoposto ad alta pressione (2 milioni di kg per cm²), e pertanto ridotto a stato metallico, che si estende per altri 30.000 km. Ancora più esternamente, l'idrogeno rimane sotto pressione leggermente minore e si estende per altri 25.000 km in stato molecolare liquido, uno stato della materia mai osservato ma previsto teoricamente. Infine esiste un ultimo strato di 1.000 km che costituisce l'atmosfera esterna. Di questo strato esterno si vede da Terra solo la parte superficiale: si tratta di un atmosfera fortemente turbolenta solcata da bande scure su fondo più chiaro, che presenta una rotazione non rigida, più veloce presso l'equatore, a cui si sovrappongono venti orientali ed occidentali.<br />
<br />
== L'atmosfera osservabile ==<br />
<br />
L' atmosfera gioviana è composta principalmente da idrogeno ed elio, ma contiene anche consistenti tracce di ammoniaca, metano (CH4), e vari idrocarburi. Le caratteristiche bande del pianeta sono frutto delle differenze di temperatura, che determinano moti convettivi nell'involucro gassoso. In particolare, dove vi sono dei moti ascendenti, ovvero dove il gas più caldo sale emergendo in superficie, si producono delle nubi chiare a quote elevate. Al contrario, le aree scure sono dovute flussi di gas verso l'interno del pianeta. L' interazione di questi moti con la rapida rotazione gioviana produce la caratteristica struttura a bande e zone, mentre le reazioni fotochimiche su componenti presenti in tracce, indotte dalla radiazione solare, sono probabilmente responsabili delle varie sfumature di colore.<br />
<br />
Le cosiddette zone, chiare, sono formate da cirri di cristalli di ammoniaca posti a quote elevate e dominati da venti occidentali. Le bande scure sono nubi più dense, a quote più basse, spinte da correnti orientali instabili. Al confine tra i due tipi di strutture i venti, soffiando in direzioni opposte, raggiungono velocità relative molto elevate, creando delle zone di turbolenza più o meno stabili, responsabili della varietà di dettagli osservabile.<br />
<br />
Alla luce di questi meccanismi, risulta evidente la possibilità di avere moti gassosi che producono formazioni atmosferiche ad evoluzione rapidissima. Del resto le sequenze di immagini provenienti dalle sonde Voyager e le innumerevoli osservazioni da Terra hanno mostrato nei dettagli la velocità con cui certe formazioni atmosferiche evolvono.<br />
<br />
Più in dettaglio, le velocità dei venti, misurate rispetto alla massa ruotante del pianeta, variano da 120 m/s per quelli che spirano in direzione ovest-est, a 50 km/s per quelli che viaggiano in direzione est-ovest. Appena sopra le nubi superficiali, dove la pressione è 5 volte quella sulla superficie terrestre, vi sono altre nubi brune, probabilmente formate da bapore acqueo e altri composti dello zolfo: qui la temperatura è di circa 7 °C.Circa 30 km più in alto la temperatura scende a -73 °C e si trovano nubi bruno rossastre di bisolfuro d'ammonio ed altri composti non identificati.<br />
<br />
Circa 65 km sopra le nubi brune sono sparsi cirri di ammoniaca a -133 °C. Oltre ancora nella troposfera, a 90 km d'altezza la temperatura ricomincia a salire, ma arrivati a 150 km non supera i -113 °C. Nell'immagine seguente è schematizzato il movimento delle nubi. Innanzitutto si chiamano "bande" le zone di bassa pressione (cicloniche) e "zone" quelle di alta pressione (anticicloniche).<br />
Queste aree sono provocate dalle correnti dell'atmosfera gioviana: il moto ascendente dell'alta pressione condensa in alto nubi molto riflettenti, e quindi chiare, mentre quelle provocate dal moto discendente di bassa pressione sono più scure.<br />
<br />
Su queste masse d'aria agiscono diverse forze, tra cui quella dovuta al gradiente di pressione, nonchè quella "apparente" di Coriolis causata dalla rotazione del pianeta; ne consegue, nell'emisfero nord, un moto da ovest verso est nella parte sud della banda, e da est verso ovest nella parte nord. Nell'emisfero australe la situazione è invertita.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Correnti_e_jetstreamGiove: Correnti e jetstream2015-10-12T17:23:50Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>[[Immagine:fasce&zoneGiove.jpg|left|thumb|350px|Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)]]<br />
== Correnti lente ==<br />
Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di <br />
latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.<br />
<br />
[[Immagine:correntiGiove.jpg|right|thumb|500px|Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’]]<br />
<br />
== Correnti a getto (jetstream) ==<br />
Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi.<br />
In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. <br />
A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti.<br />
La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio.<br />
<br />
A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.<br />
<br />
== Macchie di jetstream ==<br />
Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. <br />
<br />
Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB.<br />
Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Osservazioni_UAI:_StatisticheGiove - Osservazioni UAI: Statistiche2015-10-12T17:17:40Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Si trovano qui i dati statistici prodotti dalla Sezione Pianeti UAI, apparizione per apparizione, comprendenti l'elenco degli osservatori, intensità, colore e latitudine delle bande e zone del pianeta, posizione e moto delle macchie atmosferiche.<br />
<br />
* [[media:Giove_2003-2004_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2003-2004''']]<br />
* [[media:Giove_2004-2005_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2004-2005''']]<br />
* [[media:Giove_2005-2006_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2005-2006''']]<br />
* [[media:Giove_2007_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2007''']]<br />
* [[media:Giove_2008_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2008''']]<br />
* [[media:Giove_2009-10_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2009-2010''']]<br />
* [[media:Giove_2010-11_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2010-2011''']]<br />
* [[media:Giove_2011-12_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2011-2012''']]<br />
* [[media:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdf|'''Apparizione 2012-2013''']]<br />
* [[media:Giove_2013-14_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2013-2014''']]<br />
* [[media:Giove_2014-15_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2014-2015''']]<br />
<br />
Questi dati sono apparsi, in forma completa o riassunta, nei rapporti periodici pubblicati su 'Astronomia UAI'.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Correnti_e_jetstreamGiove: Correnti e jetstream2015-10-12T17:15:36Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>[[Immagine:fasce&zoneGiove.jpg|left|thumb|350px|Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)]]<br />
== Correnti lente ==<br />
Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di <br />
latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.<br />
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[[Immagine:correntiGiove.jpg|right|thumb|500px|Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’]]<br />
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== Correnti a getto (jetstream) ==<br />
Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi.<br />
In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. <br />
A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti.<br />
La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio.<br />
A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.<br />
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== Macchie di jetstream ==<br />
Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. <br />
Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB.<br />
Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Correnti_e_jetstreamGiove: Correnti e jetstream2015-10-12T17:13:11Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>[[Immagine:fasce&zoneGiove.jpg|left|thumb|350px|Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)]]<br />
== Correnti lente ==<br />
Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di <br />
latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.<br />
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[[Immagine:correntiGiove.jpg|right|thumb|400px|Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’]]<br />
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== Correnti a getto (jetstream) ==<br />
Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi.<br />
In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. <br />
A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti.<br />
La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio.<br />
A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.<br />
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== Macchie di jetstream ==<br />
Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. <br />
Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB.<br />
Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Correnti_e_jetstreamGiove: Correnti e jetstream2015-10-12T17:11:59Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>[[Immagine:fasce&zoneGiove.jpg|left|thumb|300px|Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)]]<br />
== Correnti ''lente'' ==<br />
Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di <br />
latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.<br />
<br />
[[Immagine:correntiGiove.jpg|right|thumb|300px|Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’]]<br />
<br />
== Correnti a getto (jetstream) ==<br />
Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi.<br />
In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. <br />
A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti.<br />
La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio.<br />
A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.<br />
<br />
== Macchie di jetstream ==<br />
Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. <br />
Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB.<br />
Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_Correnti_e_jetstreamGiove: Correnti e jetstream2015-10-12T17:09:56Z<p>Gadamoli: Creata pagina con 'Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto) == Corrent…'</p>
<hr />
<div>[[Immagine:fasce&zoneGiove.jpg|left|thumb|150px|Posizione delle principali fasce e zone e di alcuni ''jetstream'' (da un’immagine di P.R. Lazzarotti - sud in alto)]]<br />
== Correnti ''lente'' ==<br />
Le fasce scure e le zone chiare di Giove tendono a occupare negli anni le stesse latitudini, secondo una configurazione standard cui tendono a tornare. Ogni coppia fascia-zona corrisponde a un dominio dinamico, nel senso che in ciascuno di questi intervalli di <br />
latitudine i dettagli stabili e di maggiori dimensioni tendono a muoversi secondo determinate correnti, con limitate variazioni individuali. Scoperte da lungo tempo, tali correnti sono dette ‘‘lente’’, perché i dettagli si spostano lentamente rispetto ai Sistemi (1 e 2) di riferimento. Esse sono identificate al centro dello schema del pianeta qui accanto. Ad esempio, la STC (‘‘S. Temperate Current’’) controlla le macchie entro la STB e la STZ.<br />
<br />
[[Immagine:correntiGiove.jpg|right|thumb|150px|Schema delle correnti ‘‘lente’’ (identificate al centro) e dei ‘‘jetstream’’ progradi (identificati sul lato sinistro del disco) e retrogradi (identificati sul lato destro); tratto da J.H. Rogers, ‘’The Planet Jupiter’’]]<br />
<br />
== Correnti a getto (‘‘jetstream’’) ==<br />
Le correnti lente coesistono con un sistema di correnti più veloci, correnti a getto o ‘‘jetstream’’. Essi sono rivelati a volte da piccole macchie, ma il loro schema completo è emerso solo negli anni ’70 dalle immagini ‘’Voyager’’. Vi è una struttura a zigzag, come mostra lo schema a destra: si alternano ‘‘jetstream’’ orientali e occidentali che coincidono con i confini medi a lungo termine delle fasce e zone. Le correnti ‘‘lente’’ controllano le regioni fra di essi.<br />
In generale, una fascia è delimitata da un ‘’jetstream’’ progrado (moto verso est) sul lato rivolto verso l’equatore e da uno retrogrado (moto verso ovest) sul lato rivolto verso il polo più vicino. <br />
A latitudini elevate lo zigzag dei ‘’jetstream’’ persiste, fin oltre i 60°, ma la correlazione con le fasce visibili si attenua; in particolare, i ‘‘jetstream’’ retrogradi tendono a diventare blandi minimi di velocità, piuttosto che picchi ben definiti.<br />
La latitudine costante dei ‘‘jetstream’’ permette oggi di risolvere l’ambiguità che spesso in passato si presentava nell’identificazione di fasce di alta latitudine. Ad esempio, settori di STB possono essere temporaneamente deboli o invisibili, e in tal caso gli osservatori tendono a identificare con questa sigla la fascia successiva, che in realtà è la SSTB. Oggi, un controllo della latitudine permette di risolvere ogni dubbio.<br />
A parte si deve citare il grande ‘’jetstream’’ equatoriale, la corrente, che segue sostanzialmente il Sistema 1, che governa i dettagli compresi fra il bordo nord della SEB e quello sud della NEB, storicamente suddivisa in SEC (‘‘S. Equat. Current’’) e NEC (‘‘N. Equat. Current’’). E’ di gran lunga la più veloce, se si esclude la notevole eccezione del ‘’jetstream’’ progrado sul lato sud della NTB (‘‘NTBs jet’’), che ha velocità ancora maggiore.<br />
<br />
== Macchie di ‘‘jetstream’’ ==<br />
Per quanto detto, la quasi totalità dei dettagli registrati dalla Terra, come la Macchia Rossa, gli ovali STB, i pennacchi equatoriali, le barre scure al bordo nord della NEB, e tante altre strutture, sono controllati dalle correnti lente del domino dinamico entro cui si trovano. Raramente un’eruzione di macchie consistenti evidenzia un ‘’jetstream’’ (a parte naturalmente quello equatoriale). Quando capita, colpisce l’estrema velocità con cui questi dettagli si spostano in longitudine, rispetto al Sistema standard. <br />
Il ‘‘jetstream’’ più veloce, sul bordo sud della NTB, fu scoperto durante un’eruzione di macchie nel 1880, e da allora sono seguite altre eruzioni che, a volte, tendono ad assumere cadenza quinquennale. Il ‘‘jetstream’’ retrogrado sul bordo sud della SEB fu scoperto durante un’eruzione di macchie negli anni ’20, e spesso accompagna i cosiddetti ‘‘SEB Revival’‘ (rivitalizzazioni di questa fascia, dopo un periodo di indebolimento). Gli unici altri ‘’jetstream’’ scoperti prima dei ‘’Voyager’’ sono quelli sul bordo nord della STB e su quello sud della NNTB.<br />
Ad ogni modo, oggi sappiamo che questi, come tutti gli altri ‘‘jetstream’’, sono sempre presenti, anche quando non trasportano macchie di dimensioni tali da essere osservate dalla Terra, e sembrano essere la vera struttura base dell’atmosfera del pianeta. Per quanto è dato sapere, non mostrano significative variazioni in latitudine, e solo leggere variazioni nella velocità.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Fasce%26zoneGiove.jpgFile:Fasce&zoneGiove.jpg2015-10-12T17:03:57Z<p>Gadamoli: nomenclatura fasce, zone e jetstream Giove</p>
<hr />
<div>nomenclatura fasce, zone e jetstream Giove</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:CorrentiGiove.jpgFile:CorrentiGiove.jpg2015-10-12T17:02:50Z<p>Gadamoli: schema correnti e jetstream Giove</p>
<hr />
<div>schema correnti e jetstream Giove</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_2014-15_dati_UAI.pdfFile:Giove 2014-15 dati UAI.pdf2015-10-12T17:01:40Z<p>Gadamoli: Dati statistici Giove UAI 2014-15</p>
<hr />
<div>Dati statistici Giove UAI 2014-15</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/GioveGiove2015-10-12T16:59:51Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>[[Immagine:20070217oliv.jpg|right|Giove ripreso da T. Olivetti il 17 febbraio 2007.]]<br />
* [[Giove: Il Pianeta|'''Il pianeta''']]<br />
* [[Giove: Nomenclatura|'''Nomenclatura''']]<br />
* [[Giove: Correnti e jetstream|'''Correnti e jetstream''']]<br />
* [[Giove: l'Osservazione|'''Osservare Giove''']]<br />
* [[Giove: fotografia digitale|'''Fotografia digitale''']]<br />
* [[Altri articoli | '''Articoli''']] '''e''' [[Giove: Report | '''Report''']]<br />
* [[Giove: link utili|'''Link utili''']]<br />
<br />
<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=81 '''Osservazioni 2014-2015''']<br />
* [[Giove: mappa più recente|'''Jupiter Latest Planispheres/Planisferi più recenti del pianeta''']]<br />
* [[Giove: eruzione di macchie in NTB|'''Eruzione di macchie in NTB''']]<br />
* [[Giove: "Revival" della SEB|'''"Revival" della SEB''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Archivio osservazioni|'''Archivio osservazioni''']]<br />
* [[Giove: Mappe|'''Archivio planisferi da immagini CCD''']]<br />
* [[Jupiter: Ramarkable Charts|'''Jupiter: Ramarkable Charts (grafici di interesse)''']]<br />
* [[Giove - Osservazioni UAI: Statistiche|'''Osservazioni UAI: Statistiche''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Il progetto JUPOS|'''Il progetto JUPOS''']]<br />
<br />
<br />
<br />
----<br />
<br />
===Coordinatori del Programma Giove===<br />
<br />
[[Coordinamento|Gianluigi Adamoli]]<br />
<br />
[[Coordinamento|Marco Vedovato]]<br />
<br />
[[Category:Pianeti]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Osservazioni_UAI:_StatisticheGiove - Osservazioni UAI: Statistiche2014-10-04T16:05:47Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Si trovano qui i dati statistici prodotti dalla Sezione Pianeti UAI, apparizione per apparizione, comprendenti l'elenco degli osservatori, intensità, colore e latitudine delle bande e zone del pianeta, posizione e moto delle macchie atmosferiche.<br />
<br />
* [[media:Giove_2003-2004_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2003-2004''']]<br />
* [[media:Giove_2004-2005_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2004-2005''']]<br />
* [[media:Giove_2005-2006_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2005-2006''']]<br />
* [[media:Giove_2007_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2007''']]<br />
* [[media:Giove_2008_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2008''']]<br />
* [[media:Giove_2009-10_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2009-2010''']]<br />
* [[media:Giove_2010-11_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2010-2011''']]<br />
* [[media:Giove_2011-12_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2011-2012''']]<br />
* [[media:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdf|'''Apparizione 2012-2013''']]<br />
* [[media:Giove_2013-14_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2013-2014''']]<br />
<br />
Questi dati sono apparsi, in forma completa o riassunta, nei rapporti periodici pubblicati su 'Astronomia UAI'.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_2013-14_dati_UAI.pdfFile:Giove 2013-14 dati UAI.pdf2014-10-04T16:03:32Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div></div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_lista_degli_osservatoriGiove - lista degli osservatori2014-06-17T11:45:42Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Sono citati coloro che hanno contribuito, a partire dall'apparizione 2001-02, con <br />
<br />
osservazioni visuali, fotografie o immagini digitali. Il codice di quattro lettere ne <br />
<br />
permette una rapida identificazione nell'archivio delle osservazioni, in quanto inserito in <br />
<br />
coda ai nomi dei file archiviati.<br />
<br />
<br />
''(codice)''<br />
* (acqu) Fabio Acquarone (Genova)<br />
* (adam) Gianluigi Adamoli (Verona)<br />
* (amad) Vittorio Amadori (Brescia)<br />
* (baln) Emanuele Baldani (Roma)<br />
* (bala) Fulvio Baldanza (Napoli)<br />
* (bald) Paolo Baldoni (Genova)<br />
* (bard) Luca Bardelli (Pisa)<br />
* (bart) Giovanni Bartolini (Messina)<br />
* (baru) Diego Barucco (Siracusa)<br />
* (barz) Raffaele Barzacchi (Genova)<br />
* (belt) Paolo Beltrame (Udine)<br />
* (bern) André Bernasconi (Milano)<br />
* (bert) Alessandro Bertoglio (Torino)<br />
* (biat) Thomas Bianchi (Rimini)<br />
* (bian) Alessandro Bianconi (Sardegna)<br />
* (bonf) Gianfranco Bonfiglio (Milano)<br />
* (bort) Michele Bortolotti (Verona)<br />
* (bota) Daniele Botallo(Palermo)<br />
* (bott) Claudio Bottari (Taranto)<br />
* (cama) Plinio Camaiti (Alessandria)<br />
* (capi) Andrea Capiluppi (Mantova)<br />
* (carb) Albino Carbognani (Parma)<br />
* (card) Marco Cardin (Padova)<br />
* (cecc) Maurizio Cecchini (Firenze)<br />
* (cell) Cristina Cellini (Ravenna)<br />
* (cerv) Maurizio Cervoni (Roma)<br />
* (chia) Massimo Chiarini (Trento)<br />
* (cico) Massimo Cicognani (Forlì)<br />
* (cice) Claudio Ciceri (Milano)<br />
* (cida) Antonio Cidadao (PORTOGALLO)<br />
* (cocc) Alfonso Cocco (Roma)<br />
* (colo) Emilio Colombo (Pavia)<br />
* (como) Lorenzo Comolli (Ferrara)<br />
* (corr) Francesco Corrao (Brindisi)<br />
* (cose) Riccardo Cosenza (Palermo)<br />
* (cost) Manuele Costantinis<br />
* (cris) Marco Cristofanelli (Trapani)<br />
* (dalp) Ivano Dal Prete (Verona)<br />
* (dani) Elio Daniele (Palermo)<br />
* (davi) Luca D'Avino (Napoli)<br />
* (debe) Francesco De Benedictis (Chieti)<br />
* (dima) Sergio Di Mauro (Napoli)<br />
* (dina) Riccardo Di Nasso (Pisa)<br />
* (disc) Maurizio Di Sciullo (USA)<br />
* (dist) Alberto Di Stazio (Roma)<br />
* (esor) Marco Esornati (Mantova)<br />
* (fabr) Michele Fabrizio (Isernia)<br />
* (fatt) Christian Fattinnanzi (Macerata)<br />
* (ferr) Fernando Ferri (Roma)<br />
* (fiac) Davide Fiacconi (Milano)<br />
* (fras) Mario Frassati (Vercelli)<br />
* (gand) Elena Gandini (Bergamo)<br />
* (garo) Roberto Garofalo (Treviso)<br />
* (gasp) Daniele Gasparri (Perugia)<br />
* (geno) Marco Genovese (Torino)<br />
* (ghom) Sadegh Ghomizadeh (IRAN)<br />
* (giun) Massimo Giuntoli (Pistoia)<br />
* (grss) Aldo Grassi (Potenza)<br />
* (gras) Guilherme Grassmann (BRASILE)<br />
* (guid) Marco Guidi (Rovigo)<br />
* (jacq) Michel Jacquesson (FRANCIA)<br />
* (lazz) Paolo R. Lazzarotti (Massa)<br />
* (lomb) Matteo Lombardo (Firenze)<br />
* (magr) Martin Magris (Trieste)<br />
* (manc) Riccardo Mancini (Firenze)<br />
* (mang) Luigi Manganotti (Verona)<br />
* (mani) Antonio Maniero (Padova)<br />
* (mari) Enrico Mariani (Varese)<br />
* (marn) Antonio Marino (Napoli)<br />
* (mart) Fabio Martinelli (Pisa)<br />
* (marz) Matteo Marzo (Roma)<br />
* (medu) Antonello Medugno (Caserta)<br />
* (mela) Ilario Melandri (Ravenna)<br />
* (ming) Mauro Mingo (Ancona)<br />
* (mist) Andrea Mistretta (Cagliari)<br />
* (mocc) Erika Mocci (Venezia)<br />
* (monz) Luca Monzo (Udine)<br />
* (more) Paolo Morelli (Milano)<br />
* (mori) Maurizio Morini (Milano)<br />
* (oliv) Tiziano Olivetti (TAILANDIA; Brescia)<br />
* (orsi) Pier Francesco Orsi (Napoli)<br />
* (padu) Fabio Padulosi (Caserta)<br />
* (palm) Silvio Palmieri (Trapani)<br />
* (pelt) Giuseppe Peltran (Vicenza)<br />
* (petr) Angelo Petrone (Cosenza)<br />
* (plac) Carmelo Placenti (Caltanissetta)<br />
* (pomp) Gianluca Pompeo (Roma)<br />
* (rava) Alessandro Ravagnin (Venezia)<br />
* (rhod) Jason V. Rhodes (Savona)<br />
* (rocc) Gianni Rocchi (Perugia)<br />
* (ruoc) Nello Ruocco (Napoli)<br />
* (russ) Vincenzo Russo (Catania)<br />
* (sali) Piergiovanni Salimbeni (Varese)<br />
* (salt) Sergio Saltamonti (Livorno)<br />
* (salw) Mike Salway (AUSTRALIA)<br />
* (sbar) Gerardo Sbarufatti (Lodi)<br />
* (schm) Richard Schmude, Jr. (USA)<br />
* (sedr) Raimondo Sedrani (Pordenone)<br />
* (sell) Marco Sellini (L'Aquila)<br />
* (sfor) Antonio Sforza (Bari)<br />
* (sili) Paolo Siliprandi (Milano)<br />
* (silv) Marco Silva (Como)<br />
* (sivo) Danny Sivo (Taranto)<br />
* (sord) Emanuele Sordini (Genova)<br />
* (star) Giuseppe Starace (Napoli)<br />
* (tang) Paolo Tanga (FRANCIA)<br />
* (tono) Aldo Tonon (Torino)<br />
* (tosa) Andrea Tosatto (Treviso)<br />
* (triv) Ascanio Trivisano (Caserta)<br />
* (uri) Glauco Uri (Bologna)<br />
* (vale) Gianluca Valentini (Rimini)<br />
* (vedo) Marco Vedovato (Trento)<br />
* (verg) Mattia Verga (Como)<br />
* (zann) Carmelo Zannelli (Palermo)<br />
* (zano) Ferruccio Zanotti (Ferrara)<br />
* (zomp) Davide Zompatori (Roma)<br />
* (zorz) Mauro Zorzenon (Udine)</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_lista_degli_osservatoriGiove - lista degli osservatori2014-06-17T11:45:19Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Sono citati coloro che hanno contribuito, a partire dall'apparizione 2001-02, con <br />
<br />
osservazioni visuali, fotografie o immagini digitali. Il codice di quattro lettere ne <br />
<br />
permette una rapida identificazione nell'archivio delle osservazioni, in quanto inserito in <br />
<br />
coda ai nomi dei file archiviati.<br />
<br />
<br />
''(codice)''<br />
* (acqu) Fabio Acquarone (Genova)<br />
* (adam) Gianluigi Adamoli (Verona)<br />
* (amad) Vittorio Amadori (Brescia)<br />
* (baln) Emanuele Baldani (Roma)<br />
* (bala) Fulvio Baldanza (Napoli)<br />
* (bald) Paolo Baldoni (Genova)<br />
* (bard) Luca Bardelli (Pisa)<br />
* (bart) Giovanni Bartolini (Messina)<br />
* (baru) Diego Barucco (Siracusa)<br />
* (barz) Raffaele Barzacchi (Genova)<br />
* (belt) Paolo Beltrame (Udine)<br />
* (bern) André Bernasconi (Milano)<br />
* (bert) Alessandro Bertoglio (Torino)<br />
* (biat) Thomas Bianchi (Rimini)<br />
* (bian) Alessandro Bianconi (Sardegna)<br />
* (bonf) Gianfranco Bonfiglio (Milano)<br />
* (bort) Michele Bortolotti (Verona)<br />
* (bota) Daniele Botallo(Palermo)<br />
* (bott) Claudio Bottari (Taranto)<br />
* (cama) Plinio Camaiti (Alessandria)<br />
* (capi) Andrea Capiluppi (Mantova)<br />
* (carb) Albino Carbognani (Parma)<br />
* (card) Marco Cardin (Padova)<br />
* (cecc) Maurizio Cecchini (Firenze)<br />
* (cell) Cristina Cellini (Ravenna)<br />
* (cerv) Maurizio Cervoni (Roma)<br />
* (chia) Massimo Chiarini (Trento)<br />
* (cico) Massimo Cicognani (Forlì)<br />
* (cice) Claudio Ciceri (Milano)<br />
* (cida) Antonio Cidadao (PORTOGALLO)<br />
* (cocc) Alfonso Cocco (Roma)<br />
* (colo) Emilio Colombo (Pavia)<br />
* (como) Lorenzo Comolli (Ferrara)<br />
* (corr) Francesco Corrao (Brindisi)<br />
* (cose) Riccardo Cosenza (Palermo)<br />
* (cost) Manuele Costantinis<br />
* (cris) Marco Cristofanelli (Trapani)<br />
* (dalp) Ivano Dal Prete (Verona)<br />
* (dani) Elio Daniele (Palermo)<br />
* (davi) Luca D'Avino (Napoli)<br />
* (debe) Francesco De Benedictis (Chieti)<br />
* (dima) Sergio Di Mauro (Napoli)<br />
* (dina) Riccardo Di Nasso (Pisa)<br />
* (disc) Maurizio Di Sciullo (USA)<br />
* (dist) Alberto Di Stazio (Roma)<br />
* (esor) Marco Esornati (Mantova)<br />
* (fabr) Michele Fabrizio (Isernia)<br />
* (fatt) Christian Fattinnanzi (Macerata)<br />
* (ferr) Fernando Ferri (Roma)<br />
* (fiac) Davide Fiacconi (Milano)<br />
* (fras) Mario Frassati (Vercelli)<br />
* (gand) Elena Gandini (Bergamo)<br />
* (garo) Roberto Garofalo (Treviso)<br />
* (gasp) Daniele Gasparri (Perugia)<br />
* (geno) Marco Genovese (Torino)<br />
* (ghom) Sadegh Ghomizadeh (IRAN)<br />
* (giun) Massimo Giuntoli (Pistoia)<br />
* (grss) Aldo Grassi (Potenza)<br />
* (gras) Guilherme Grassmann (BRASILE)<br />
* (guid) Marco Guidi (Rovigo)<br />
* (jacq) Michel Jacquesson (FRANCIA)<br />
* (lazz) Paolo R. Lazzarotti (Massa)<br />
* (lomb) Matteo Lombardo (Firenze)<br />
* (magr) Martin Magris (Trieste)<br />
* (manc) Riccardo Mancini (Firenze)<br />
* (mang) Luigi Manganotti (Verona)<br />
* (mani) Antonio Maniero (Padova)<br />
* (mari) Enrico Mariani (Varese)<br />
* (marn) Antonio Marino (Napoli)<br />
* (mart) Fabio Martinelli (Pisa)<br />
* (marz) Matteo Marzo (Roma)<br />
* (medu) Antonello Medugno (Caserta)<br />
* (mela) Ilario Melandri (Ravenna)<br />
* (ming) Mauro Mingo (Ancona)<br />
* (mist) Andrea Mistretta (Cagliari)<br />
* (mocc) Erika Mocci (Venezia)<br />
* (monz) Luca Monzo (Udine)<br />
* (more) Paolo Morelli (Milano)<br />
* (mori) Maurizio Morini (Milano)<br />
* (oliv) Tiziano Olivetti (TAILANDIA; Brescia)<br />
* (orsi) Pier Francesco Orsi (Napoli)<br />
* (padu) Fabio Padulosi (Caserta)<br />
* (palm) Silvio Palmieri (Trapani)<br />
* (pelt) Giuseppe Peltran (Vicenza)<br />
* (petr) Angelo Petrone (Cosenza)<br />
* (plac) Carmelo Placenti (Caltanissetta)<br />
* (pomp) Gianluca Pompeo (Roma)<br />
* (rava) Alessandro Ravagnin (Venezia)<br />
* (rhod) Jason V. Rhodes (Savona)<br />
* (rocc) Gianni Rocchi (Perugia)<br />
* (ruoc) Nello Ruocco (Napoli)<br />
* (russ) Vincenzo Russo (Catania)<br />
* (sali) Piergiovanni Salimbeni (Varese)<br />
* (salt) Sergio Saltamonti (Livorno)<br />
* (salw) Mike Salway (AUSTRALIA)<br />
* (sbar) Gerardo Sbarufatti (Lodi)<br />
* (schm) Richard Schmude, Jr. (USA)<br />
* (sedr) Raimondo Sedrani (Pordenone)<br />
* (sell) Marco Sellini (L'Aquila)<br />
* (sfor) Antonio Sforza (Bari)<br />
* (sili) Paolo Siliprandi (Milano)<br />
* (silv) Marco Silva (Como)<br />
* (sivo) Danny Sivo (Taranto)<br />
* (sord) Emanuele Sordini (Genova)<br />
* (star) Giuseppe Starace (Napoli)<br />
* (tang) Paolo Tanga (FRANCIA)<br />
* (tono) Aldo Tonon (Torino)<br />
* (tosa) Andrea Tosatto (Treviso)<br />
* (triv) Ascanio Trivisano (Caserta)<br />
* (uri) Glauco Uri (Bologna)<br />
* (vale) Gianluca Valentini (Rimini)<br />
* (vedo) Marco Vedovato (Trento)<br />
* (verg) Mattia Verga (Como)<br />
* (zann) Carmelo Zannelli (Palermo)<br />
* (zano) Ferruccio Zanotti (Ferrara)<br />
* (zomp) Davide Zompatori (Roma)<br />
* (zorz) Mauro Zorzenon (Udine)</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_lista_degli_osservatoriGiove - lista degli osservatori2014-06-17T11:44:00Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Sono citati coloro che hanno contribuito, a partire dall'apparizione 2001-02, con <br />
<br />
osservazioni visuali, fotografie o immagini digitali . Il codice di quattro lettere ne <br />
<br />
permette una rapida identificazione nell'archivio delle osservazioni, in quanto inserito in <br />
<br />
coda ai nomi dei file archiviati.<br />
<br />
<br />
''(codice)''<br />
* (acqu) Fabio Acquarone (Genova)<br />
* (adam) Gianluigi Adamoli (Verona)<br />
* (amad) Vittorio Amadori (Brescia)<br />
* (baln) Emanuele Baldani (Roma)<br />
* (bala) Fulvio Baldanza (Napoli)<br />
* (bald) Paolo Baldoni (Genova)<br />
* (bard) Luca Bardelli (Pisa)<br />
* (bart) Giovanni Bartolini (Messina)<br />
* (baru) Diego Barucco (Siracusa)<br />
* (barz) Raffaele Barzacchi (Genova)<br />
* (belt) Paolo Beltrame (Udine)<br />
* (bern) André Bernasconi (Milano)<br />
* (bert) Alessandro Bertoglio (Torino)<br />
* (biat) Thomas Bianchi (Rimini)<br />
* (bian) Alessandro Bianconi (Sardegna)<br />
* (bonf) Gianfranco Bonfiglio (Milano)<br />
* (bort) Michele Bortolotti (Verona)<br />
* (bota) Daniele Botallo(Palermo)<br />
* (bott) Claudio Bottari (Taranto)<br />
* (cama) Plinio Camaiti (Alessandria)<br />
* (capi) Andrea Capiluppi (Mantova)<br />
* (carb) Albino Carbognani (Parma)<br />
* (card) Marco Cardin (Padova)<br />
* (cecc) Maurizio Cecchini (Firenze)<br />
* (cell) Cristina Cellini (Ravenna)<br />
* (cerv) Maurizio Cervoni (Roma)<br />
* (chia) Massimo Chiarini (Trento)<br />
* (cico) Massimo Cicognani (Forlì)<br />
* (cice) Claudio Ciceri (Milano)<br />
* (cida) Antonio Cidadao (PORTOGALLO)<br />
* (cocc) Alfonso Cocco (Roma)<br />
* (colo) Emilio Colombo (Pavia)<br />
* (como) Lorenzo Comolli (Ferrara)<br />
* (corr) Francesco Corrao (Brindisi)<br />
* (cose) Riccardo Cosenza (Palermo)<br />
* (cost) Manuele Costantinis<br />
* (cris) Marco Cristofanelli (Trapani)<br />
* (dalp) Ivano Dal Prete (Verona)<br />
* (dani) Elio Daniele (Palermo)<br />
* (davi) Luca D'Avino (Napoli)<br />
* (debe) Francesco De Benedictis (Chieti)<br />
* (dima) Sergio Di Mauro (Napoli)<br />
* (dina) Riccardo Di Nasso (Pisa)<br />
* (disc) Maurizio Di Sciullo (USA)<br />
* (dist) Alberto Di Stazio (Roma)<br />
* (esor) Marco Esornati (Mantova)<br />
* (fabr) Michele Fabrizio (Isernia)<br />
* (fatt) Christian Fattinnanzi (Macerata)<br />
* (ferr) Fernando Ferri (Roma)<br />
* (fiac) Davide Fiacconi (Milano)<br />
* (fras) Mario Frassati (Vercelli)<br />
* (gand) Elena Gandini (Bergamo)<br />
* (garo) Roberto Garofalo (Treviso)<br />
* (gasp) Daniele Gasparri (Perugia)<br />
* (geno) Marco Genovese (Torino)<br />
* (ghom) Sadegh Ghomizadeh (IRAN)<br />
* (giun) Massimo Giuntoli (Pistoia)<br />
* (grss) Aldo Grassi (Potenza)<br />
* (gras) Guilherme Grassmann (BRASILE)<br />
* (guid) Marco Guidi (Rovigo)<br />
* (jacq) Michel Jacquesson (FRANCIA)<br />
* (lazz) Paolo R. Lazzarotti (Massa)<br />
* (lomb) Matteo Lombardo (Firenze)<br />
* (magr) Martin Magris (Trieste)<br />
* (manc) Riccardo Mancini (Firenze)<br />
* (mang) Luigi Manganotti (Verona)<br />
* (mani) Antonio Maniero (Padova)<br />
* (mari) Enrico Mariani (Varese)<br />
* (marn) Antonio Marino (Napoli)<br />
* (mart) Fabio Martinelli (Pisa)<br />
* (marz) Matteo Marzo (Roma)<br />
* (medu) Antonello Medugno (Caserta)<br />
* (mela) Ilario Melandri (Ravenna)<br />
* (ming) Mauro Mingo (Ancona)<br />
* (mist) Andrea Mistretta (Cagliari)<br />
* (mocc) Erika Mocci (Venezia)<br />
* (monz) Luca Monzo (Udine)<br />
* (more) Paolo Morelli (Milano)<br />
* (mori) Maurizio Morini (Milano)<br />
* (oliv) Tiziano Olivetti (TAILANDIA; Brescia)<br />
* (orsi) Pier Francesco Orsi (Napoli)<br />
* (padu) Fabio Padulosi (Caserta)<br />
* (palm) Silvio Palmieri (Trapani)<br />
* (pelt) Giuseppe Peltran (Vicenza)<br />
* (petr) Angelo Petrone (Cosenza)<br />
* (plac) Carmelo Placenti (Caltanissetta)<br />
* (pomp) Gianluca Pompeo (Roma)<br />
* (rava) Alessandro Ravagnin (Venezia)<br />
* (rhod) Jason V. Rhodes (Savona)<br />
* (rocc) Gianni Rocchi (Perugia)<br />
* (ruoc) Nello Ruocco (Napoli)<br />
* (russ) Vincenzo Russo (Catania)<br />
* (sali) Piergiovanni Salimbeni (Varese)<br />
* (salt) Sergio Saltamonti (Livorno)<br />
* (salw) Mike Salway (AUSTRALIA)<br />
* (sbar) Gerardo Sbarufatti (Lodi)<br />
* (schm) Richard Schmude, Jr. (USA)<br />
* (sedr) Raimondo Sedrani (Pordenone)<br />
* (sell) Marco Sellini (L'Aquila)<br />
* (sfor) Antonio Sforza (Bari)<br />
* (sili) Paolo Siliprandi (Milano)<br />
* (silv) Marco Silva (Como)<br />
* (sivo) Danny Sivo (Taranto)<br />
* (sord) Emanuele Sordini (Genova)<br />
* (star) Giuseppe Starace (Napoli)<br />
* (tang) Paolo Tanga (FRANCIA)<br />
* (tono) Aldo Tonon (Torino)<br />
* (tosa) Andrea Tosatto (Treviso)<br />
* (triv) Ascanio Trivisano (Caserta)<br />
* (uri) Glauco Uri (Bologna)<br />
* (vale) Gianluca Valentini (Rimini)<br />
* (vedo) Marco Vedovato (Trento)<br />
* (verg) Mattia Verga (Como)<br />
* (zann) Carmelo Zannelli (Palermo)<br />
* (zano) Ferruccio Zanotti (Ferrara)<br />
* (zomp) Davide Zompatori (Roma)<br />
* (zorz) Mauro Zorzenon (Udine)</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_mappa_pi%C3%B9_recenteGiove: mappa più recente2014-06-16T15:42:28Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>'''JUPITER: LATEST PLANISPHERES''' <br />
<br />
<br>'''Jupiter planispheres composed with images taken between 2014 May, 19-23''' <br />
<br />
<br> Maps prepared by Marco Vedovato with the software [http://jupos.org/ WinJUPOS]. <br />
<br />
[[Image:J Map L3 201405_19-23.jpg|thumb|center|700px]] <br />
<br />
[[Image:J Map L2 201405_19-23.jpg|thumb|center|700px]] <br />
<br />
[[Image:J Map L1 201405_19-23.jpg|thumb|center|700px]] <br />
<br />
=== Note su alcuni fenomeni attualmente visibili ===<br />
<br />
''Ovali SSTB'' - Macchie bianche a 40°S, vortici anticiclonici persistenti, che punteggiano queste fascia, denominati A1, A2, A3 ... Il loro moto li porta a sorpassare la GRS circa una volta all'anno. <br />
<br />
''Ovale BA'' - E' il risultato della fusione di tre ovali preesistenti, avvenuta nel 2000. E' un ampio vortice anticiclonico a circa 33°S, che nel 2005 si è colorato di una tinta arancio. Il suo moto lo porta a sorpassare la GRS ogni due anni. <br />
<br />
''STB'' - Fascia di intensità e latitudine variabile, a seconda della longitudine considerata. <br />
<br />
''GRS (Grande Macchia Rossa)'' - A volte definita da un contorno scuro, all'interno è debolmente colorata. <br />
<br />
''SEB'' - In questi anni la fascia è andata incontro a cicli di attenuazione, seguiti da eruzioni di attività che l'hanno riportata all'intensità solita. <br />
<br />
''EB'' - Periodicamente si è sviluppa una tenua fascia equatoriale; anche questo è un fenomeno periodico. La fascia poi lentamente svanisce e per riformarsi nei periodi di maggior attività del pianeta.<br />
<br />
''NEB'' - Questa fascia è la più scura del pianeta, attiva sia all'interno, sia ai suoi bordi. Periodicamente si espande verso nord e poi si restringe, fenomeno che si ripete con cadenza quadriennale, accompagnato dalla produzione di ovali chiari e macchie scure lungo il bordo in espansione. <br />
<br />
''WSZ (White Spot Z)'' - E' nata nel 1997, come una delle tante macchie bianche (anticicloniche) che appaiono a 19°N. E' caratterizzata, oltre che dalla longevità, dal moto veloce (verso longitudine decrescente), che la porta a interagire con altre macchie della sua latitudine, generalmente stazionarie nel Sistema 2. Nel mese di novembre 2013 ha assunto una debole colorazione rossastra. <br />
<br />
''NTB'' - Come la SEB e la NEB, è sede di periodiche eruzioni di macchie bianche e condensazioni scure, che producono velature nell'attigua zona (NTZ). <br />
<br />
''NNTB'' - Di aspetto variabile con la longitudine; presenta segmenti più marcati. <br />
<br />
''Piccola Macchia Rossa (LRS) in NNTZ'' - Poco appariscente, ma estremamente longeva: risale almeno al 1993. Si trova a 40°N, e periodicamente si colora in modo più intenso. <br />
<br />
<br> <br />
<br />
*[[Giove|Visita la Sezione Giove]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/GioveGiove2014-06-16T15:25:34Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>[[Immagine:20070217oliv.jpg|right|Giove ripreso da T. Olivetti il 17 febbraio 2007.]]<br />
* [[Giove: Il Pianeta|'''Il pianeta''']]<br />
* [[Giove: Nomenclatura|'''Nomenclatura''']]<br />
* [[Giove: l'Osservazione|'''Osservare Giove''']]<br />
* [[Giove: fotografia digitale|'''Fotografia digitale''']]<br />
* [[Altri articoli | '''Articoli''']] '''e''' [[Giove: Report | '''Report''']]<br />
* [[Giove: link utili|'''Link utili''']]<br />
<br />
<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=75 '''Osservazioni 2013-2014''']<br />
* [[Giove: mappa più recente|'''Jupiter Latest Planispheres/Planisferi più recenti del pianeta''']]<br />
* [[Giove: eruzione di macchie in NTB|'''Eruzione di macchie in NTB''']]<br />
* [[Giove: "Revival" della SEB|'''"Revival" della SEB''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Archivio osservazioni|'''Archivio osservazioni''']]<br />
* [[Giove: Mappe|'''Archivio planisferi da immagini CCD''']]<br />
* [[Giove - Osservazioni UAI: Statistiche|'''Osservazioni UAI: Statistiche''']]<br />
<br />
<br />
* [[Giove - Il progetto JUPOS|'''Il progetto JUPOS''']]<br />
<br />
<br />
<br />
----<br />
<br />
===Coordinatori del Programma Giove===<br />
<br />
[[Coordinamento|Gianluigi Adamoli]]<br />
<br />
[[Coordinamento|Marco Vedovato]]<br />
<br />
[[Category:Pianeti]]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Archivio_osservazioniGiove - Archivio osservazioni2014-06-16T15:23:52Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=75 '''Apparizione 2013-2014''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=69 '''Apparizione 2012-2013''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=66 '''Apparizione 2011-2012''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=62 '''Apparizione 2010-2011''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=53 '''Apparizione 2009-2010''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=46 '''Apparizione 2008''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=11 '''Apparizione 2006-2007''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=24 '''Apparizione 2005-2006''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=39 '''Apparizione 2004-2005''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=38 '''Apparizione 2003-2004''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=37 '''Apparizione 2002-2003''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=36 '''Apparizione 2001-2002''']<br />
<br />
* [[Giove - lista degli osservatori|'''Lista degli osservatori''']]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Archivio_osservazioniGiove - Archivio osservazioni2014-06-16T15:22:11Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=75 '''Apparizione 2013-2014''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=69 '''Apparizione 2012-2013''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=62 '''Apparizione 2011-2012''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=62 '''Apparizione 2010-2011''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=53 '''Apparizione 2009-2010''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=46 '''Apparizione 2008''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=11 '''Apparizione 2006-2007''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=24 '''Apparizione 2005-2006''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=39 '''Apparizione 2004-2005''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=38 '''Apparizione 2003-2004''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=37 '''Apparizione 2002-2003''']<br />
* [http://pianeti.uai.it/archiviopianeti/index.php?cat=36 '''Apparizione 2001-2002''']<br />
<br />
* [[Giove - lista degli osservatori|'''Lista degli osservatori''']]</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove_-_Osservazioni_UAI:_StatisticheGiove - Osservazioni UAI: Statistiche2013-09-23T19:21:38Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>Si trovano qui i dati statistici prodotti dalla Sezione Pianeti UAI, apparizione per apparizione, comprendenti l'elenco degli osservatori, intensità, colore e latitudine delle bande e zone del pianeta, posizione e moto delle macchie atmosferiche.<br />
<br />
* [[media:Giove_2003-2004_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2003-2004''']]<br />
* [[media:Giove_2004-2005_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2004-2005''']]<br />
* [[media:Giove_2005-2006_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2005-2006''']]<br />
* [[media:Giove_2007_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2007''']]<br />
* [[media:Giove_2008_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2008''']]<br />
* [[media:Giove_2009-10_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2009-2010''']]<br />
* [[media:Giove_2010-11_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2010-2011''']]<br />
* [[media:Giove_2011-12_dati_UAI.pdf|'''Apparizione 2011-2012''']]<br />
* [[media:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdf|'''Apparizione 2012-2013''']]<br />
<br />
Questi dati sono apparsi, in forma completa o riassunta, nei rapporti periodici pubblicati su 'Astronomia UAI'.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/File:Giove_2012-13_dati_UAI.xls.pdfFile:Giove 2012-13 dati UAI.xls.pdf2013-09-23T18:56:41Z<p>Gadamoli: Dati osservativi UAI di Giove nel 2012-13</p>
<hr />
<div>Dati osservativi UAI di Giove nel 2012-13</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-02T15:15:56Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
<br />
<br />
=== 2007 ===<br />
<br />
[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
<br />
<br />
=== 2012 ===<br />
<br />
[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-02T15:15:17Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
<br />
<br />
=== 2007 ===<br />
<br />
[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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=== 2012 ===<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|left|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-02T15:14:15Z<p>Gadamoli: </p>
<hr />
<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
<br />
A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
<br />
In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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=== 2007 ===<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|left|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
<br />
Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
<br />
Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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=== 2012 ===<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|right|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-01T14:09:23Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
<br />
Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
<br />
Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
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A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
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In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
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[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
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Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
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Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|right|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
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[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-01T14:08:40Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
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Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
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Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
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A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
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In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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[[Immagine:j20070401_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 1 aprile 2007]]<br />
La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
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[[Immagine:j20070506_medu.jpg|thumb|250px|right|A. Medugno, 6 maggio 2007]]<br />
La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
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Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
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Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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[[Immagine:20120419_MKardasis.jpg|thumb|250px|right|M. Kardasis, 19 aprile 2012]]<br />
Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
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[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]<br />
Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.</div>Gadamolihttp://pianeti.uai.it/index.php/Giove:_eruzione_di_macchie_in_NTBGiove: eruzione di macchie in NTB2013-09-01T14:06:19Z<p>Gadamoli: </p>
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<div>L'analisi delle osservazioni storiche ci dice che questo fenomeno è ricorrente, almeno a partire dalla fine dell'Ottocento. Si presenta in un certo numero di varianti, e siamo ancora lontani dal capire se esiste uno "schema standard" di questa perturbazione. Sembra avere una periodicità, ma questa non sempre è rispettata; è incerto il legame fra l'eruzione del "jetstream" a 24°N e gli episodi di rivitalizzazione della fascia. A volte l'eruzione è avvenuta mentre la fascia era scura, a volta mentre era invisibile, e ha avuto l'effetto di riportarla alla prominenza. Ma la NTB spesso è sbiadita e riapparsa senza la contemporanea eruzione del "jetstream". <br />
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Nella prima parte del Novecento, fino agli anni Sessanta, i periodi di rotazione del "jetstream" erano dell'ordine di 9h 49m, ed erano riferiti a treni di macchiette scure;viceversa, a partire dall'eruzione del 1970, il fenomeno è stato innescato dalla comparsa di una macchia brillante più veloce, dietro la quale si sono sviluppate altre macchie chiare alternate a barre e condensazioni scure. Così è stato nel 2007, come nell'ultimo precedente del 1990. L'intervallo di 17 anni fra queste ricorrenze recenti, pur non costituendo un primato, è comunque lungo rispetto alla frequenza tipica di 5-10 anni (fine Novecento). <br />
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Un aspetto significativo di queste eruzioni è la comparsa in successione di periodi di rotazione diversi, definiti in passato B, C e D (A essendo il periodo normale della corrente "lenta" locale, 9h 56m). Il periodo D è il più rapido (9h 57m), ed è quello iniziale delle eruzioni moderne; in precedenza, la perturbazione esordiva piuttosto con il periodo C (attorno a 9h 49m) e, uno o due anni dopo, apparivano macchie che si muovevano secondo il periodo B (9h 53m), poco più veloce del Sistema II.<br />
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A volte sono state registrate contemporaneamente macchie che si muovevano secondo periodi diversi, sollevando l'interrogativo di come sia possibile la sovrapposizione di più correnti nella stessa regione (forse a quote atmosferiche diverse?). <br />
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In ogni caso, rimane misterioso come questa latitudine produca macchie tanto più veloci di tutte le altre che appaiono sul pianeta, più veloci anche delle grandi piume e festoni del "jetstream" equatoriale (Sistema I).<br />
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La Fascia Temperata Nord (NTB) si era gradualmente indebolita nel 2002, ed era sparita nel 2003. Da allora, ne erano rimaste lievi tracce, in fotografie ad alta risoluzione. Fra marzo e maggio 2007 la NTB è riapparsa, attraverso una spettacolare eruzione di macchie.<br />
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La prima immagine dell'eruzione è del 27 marzo, ripresa da F. Carvalho (Brasile). La macchia principale e più avanzata del gruppo era di una brillantezza impressionante, come si vede in questa fotografia di A. Medugno (visualmente, "una vera e propria lampadina accesa", dice l'osservatore); dietro di essa, sono apparse e si sono rapidamente moltiplicate macchie per lo più scure, uno sciame di dettagli caotici progressivamente più lungo, che occupava le latitudini fra 20° e 30°N; possiamo seguirne l'evoluzione nei planisferi del pianeta pubblicati nella pagina relativa. <br />
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Il fenomeno si è presentato come una tipica eruzione del "jetstream" NTBs (24°N), con la macchia principale che si spostava verso longitudini descrescenti (moto "progrado") alla fulminea velocità tipica della corrente: circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, corrispondente a una velocità di 160 m/sec rispetto agli strati profondi del pianeta (il Sistema III). <br />
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Tale moto ha fatto compiere alla macchia un giro completo di Giove in poche settimane, sparpagliando le macchie scure che la seguivano lungo tutto il pianeta. Nelle fasi iniziali esse apparivano come un insieme incoerente di condensazioni, ma ben presto si sono saldate e la latitudine è apparsa occupata da una fascia continua e scura, la nuova NTB.<br />
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Negli anni successivi la NTB si è progressivamente indebolita. L'immagine qui a fianco di Kardasis (nell'infrarosso vicino) mostra l'inizio di una nuova eruzione, con l'apparizione della solita macchia luminosa, seguita da un tratto scuro. La risoluzione è molto scarsa, perché siamo a meno di un mese dalla congiunzione eliaca. Si è potuto seguire il fenomeno per pochi giorni, sufficienti per dimostrare che la macchia si muoveva di circa 5° al giorno rispetto al Sistema I, verso longitudine decrescente.<br />
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Le osservazioni successive devono attendere giugno, con la nuova apparizione. Sempre a bassa risoluzione, si vede la NTB ormai completamente scura e compatta. Questa volta anche la NEB è andata incontro a un parossismo di attività, e la NTropZ intermedia si è colorata di una tinta arancio carico, ed è percorsa da strisce diagonali, che visualizzano il differenziale latitudinale dei venti. Con l'autunno, la regione torna all'aspetto consueto.<br />
[[Immagine:20120818_Morini.jpg|thumb|250px|right|M. Morini, 18 agosto 2012]]</div>Gadamoli