Urano e Nettuno: L'osservazione digitale
Da Sezione Pianeti UAI.
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- | + | Le osservazioni su Urano e Nettuno possono essere condotte mediante l’impiego di webcam o telecamere CCD. Questi dispositivi possono riprendere un gran numero di frame al secondo e sono quindi in grado di compensare, almeno parzialmente, la turbolenza atmosferica. Infatti, per avere l’immagine finale basta scegliere e sommare fra di loro i frame più nitidi ed ottenere così il risultato migliore possibile. | |
+ | Per avere buone probabilità di successo è bene usare strumenti con un diametro di almeno 20 cm, con una focale equivalente minima di 5-6 metri. In questo modo, su un tipico sensore CCD con pixel quadrati da 5,6 micrometri di diametro, il disco di Urano avrà un diametro di 16-20 pixel, sufficiente a registrare almeno i dettagli più grossolani. Per migliorare il rapporto segnale/rumore, è bene che il sensore CCD sia del tipo monocromatico, cioè in bianco/nero. Infatti, la matrice di filtri Bayer di cui sono dotati i sensori a colori, fa sì che un singolo pixel possa assorbire solo 1/3 della luce incidente, contro il 100% dei sensori B/N. | ||
+ | A differenza di Giove e Saturno, Le riprese dei filmati con webcam/telecamere possono essere fatte in un intervallo di tempo di parecchi minuti, 10-15 può essere un valore ragionevole. Infatti, Urano e Nettuno sono talmente distanti dalla Terra che un eventuale dettaglio sul disco, prima di spostarsi di soli 0,25 secondi d’arco, impiega ben 23 minuti su Urano e 32 minuti su Nettuno! Questo è un notevole vantaggio per l’osservatore, perché maggiore è il numero di frame acquisiti, allineati e sommati, migliore sarà il rapporto segnale/rumore nell’immagine finale. | ||
+ | Per aumentare la probabilità di ripresa dei dettagli è bene usare un filtro che selezioni la banda infrarossa dello spettro. Infatti, è a queste lunghezze d’onda e non in quelle visuali che Urano e Nettuno mostrano il maggio numero di dettagli. Il CCD è sensibile fino a circa 1,1 micron, quindi si può usare un filtro in grado di trasmettere dagli 0,7 micrometri in poi. | ||
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+ | Per indicazioni generali sulle tecniche e gli standard per la fotografia digitale planetaria, si vedano le [[Collaborare con la Sezione|'''pagine sulle tecniche osservative''']]. | ||
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+ | [[Immagine:Urano_acquarone2002.jpg|frame|left|Urano ripreso il 6 agosto 2002 alle ore 22:44 UT da Fabio Acquarone con un Celestron G9.25 su Gm8, Barlow2x e webcam Philips ToUcam Pro. Somma di 400 frame con Iris.]] | ||
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+ | [[Immagine:Uranus_20040903_gasp.jpg|frame|right|Urano ripreso il 3 settembre 2004 alle ore 22:04 UT da Daniele Gasparri con un Celestron G9.25 e webcam Philips Vesta Pro. Somma di 2000 frame con Iris.]] | ||
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+ | [[Category:Pianeti]] |
Versione corrente delle 09:06, 7 lug 2007
Le osservazioni su Urano e Nettuno possono essere condotte mediante l’impiego di webcam o telecamere CCD. Questi dispositivi possono riprendere un gran numero di frame al secondo e sono quindi in grado di compensare, almeno parzialmente, la turbolenza atmosferica. Infatti, per avere l’immagine finale basta scegliere e sommare fra di loro i frame più nitidi ed ottenere così il risultato migliore possibile. Per avere buone probabilità di successo è bene usare strumenti con un diametro di almeno 20 cm, con una focale equivalente minima di 5-6 metri. In questo modo, su un tipico sensore CCD con pixel quadrati da 5,6 micrometri di diametro, il disco di Urano avrà un diametro di 16-20 pixel, sufficiente a registrare almeno i dettagli più grossolani. Per migliorare il rapporto segnale/rumore, è bene che il sensore CCD sia del tipo monocromatico, cioè in bianco/nero. Infatti, la matrice di filtri Bayer di cui sono dotati i sensori a colori, fa sì che un singolo pixel possa assorbire solo 1/3 della luce incidente, contro il 100% dei sensori B/N. A differenza di Giove e Saturno, Le riprese dei filmati con webcam/telecamere possono essere fatte in un intervallo di tempo di parecchi minuti, 10-15 può essere un valore ragionevole. Infatti, Urano e Nettuno sono talmente distanti dalla Terra che un eventuale dettaglio sul disco, prima di spostarsi di soli 0,25 secondi d’arco, impiega ben 23 minuti su Urano e 32 minuti su Nettuno! Questo è un notevole vantaggio per l’osservatore, perché maggiore è il numero di frame acquisiti, allineati e sommati, migliore sarà il rapporto segnale/rumore nell’immagine finale. Per aumentare la probabilità di ripresa dei dettagli è bene usare un filtro che selezioni la banda infrarossa dello spettro. Infatti, è a queste lunghezze d’onda e non in quelle visuali che Urano e Nettuno mostrano il maggio numero di dettagli. Il CCD è sensibile fino a circa 1,1 micron, quindi si può usare un filtro in grado di trasmettere dagli 0,7 micrometri in poi.
Per indicazioni generali sulle tecniche e gli standard per la fotografia digitale planetaria, si vedano le pagine sulle tecniche osservative.