Introduzione alla fotografia planetaria

Da Sezione Pianeti UAI.

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Quando una tecnica può veramente "sostituire" un'altra? Certamente ciò accade se essa è capace di portare le stesse informazioni, eventualmente aggiungendone di nuove. Ciò vuol dire - ad esempio - che guardando le immagini moderne, dovremmo poterle confrontare con vecchi disegni, per identificare (e misurare) eventi o strutture simili: i contorni di una tempesta marziana, le frontiere delle bande di Giove o Saturno, l'entità della fase di Venere...
Quando una tecnica può veramente "sostituire" un'altra? Certamente ciò accade se essa è capace di portare le stesse informazioni, eventualmente aggiungendone di nuove. Ciò vuol dire - ad esempio - che guardando le immagini moderne, dovremmo poterle confrontare con vecchi disegni, per identificare (e misurare) eventi o strutture simili: i contorni di una tempesta marziana, le frontiere delle bande di Giove o Saturno, l'entità della fase di Venere...
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Purtroppo non è così! A causa di molte sottili ragioni (ad esempio: la diversa risposta spettrale della camera; le elaborazioni successive; la calibrazione dei colori; i filtri usati, ecc...) le immagini CCD non sono confrontabili (perlomeno in generale) con i disegni.  
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Purtroppo non è così! A causa di molte sottili ragioni (ad esempio: la diversa risposta spettrale della camera; le elaborazioni successive; la calibrazione dei colori; i filtri usati, ecc...) le immagini CCD non sono confrontabili (perlomeno in generale) con i disegni. Può darsi che questo problema, con studi ed analisi opportune, possa essere superato, ma finché ciò non accade l'unico modo per mantenere la possibilità di un confronto consiste nel proseguire l'attività di osservazione visuale.
L'osservazione visuale resta quindi la sola ed unica fonte di informazione strettamente confrontabile con un corpus storico di osservazioni che risale nel passato per quasi due secoli. Abbandonare il visuale per la fotografia potrebbe voler dire spezzare quella continuità di registrazioni ottenute con un metodo omogeneo, che le rende così preziose. Per questo motivo, non abbandoniamo l'osservazione visuale.
L'osservazione visuale resta quindi la sola ed unica fonte di informazione strettamente confrontabile con un corpus storico di osservazioni che risale nel passato per quasi due secoli. Abbandonare il visuale per la fotografia potrebbe voler dire spezzare quella continuità di registrazioni ottenute con un metodo omogeneo, che le rende così preziose. Per questo motivo, non abbandoniamo l'osservazione visuale.
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== A cosa serve la fotografia planetaria? ==
== A cosa serve la fotografia planetaria? ==
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Una buona immagine digitale può essere misurata producendo la posizione in latitudine e longitudine di decine di dettagli con incertezze che prima erano difficilmente accessibili anche tramite l'utilizzo di decine di disegni. Ciò permette di studiare in dettaglio tutti i fenomeni che caratterizzano i pianeti.
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Se la fotocamera ha una buona linearità di risposta (equipaggiata con un sensore CCD di qualità), si può fare fotometria nel visuale, nel vicino infrarosso o in particolari bande spettrali, trasformando in informazioni quantitative le tradizionali stime di intensità e colore.
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== Svantaggi della fotografia digitale planetaria ==
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Scorrendo quanto scritto sopra, si può avere l'impressione che l'uso del CCD abbia risolto tutti i problemi. Ma come sempre, non è tutto oro quel che luccica! Anche per la fotografia digitale dei pianeti esistono delle riserve e dei limiti. Tra essi vogliamo ricordare:
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* l'elaborazione delle immagini non è una procedura di facile automatizzazione e richiede del tempo da passare al computer - in molti casi superiore al tempo speso al telescopio. Non è questo ciò che tanti astrofili cercano!
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* Il computer e gli accessori indispensabili per connettere la camera e ingrandire le immagini a sufficienza devono essere aggiunti al corredo dell'osservatore.
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* Trasformare una bella immagine in un'immagine misurabile, che davvero possa permettere di estrarre l'informazione utile, è facile ma richiede di adottare opportuni accorgimenti.
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* La misura delle immagini è cosa non facile, e estrarre informazioni oggettive sul colore o la luminosità
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assoluta dei dettagli richiede calibrazioni che spesso non possono essere effettuate.

Versione delle 17:21, 31 mar 2007

Indice

La fotografia planetaria, oggi

Le tecniche di fotografia planetaria sono evolute lentamente nel tempo, ma per i non professionisti la vera rivoluzione è avvenuta all'inizio degli anni '90, con l'inizio delle riprese digitali, ovvero con la disponibilità a costi contenuti di camere di ripresa basate su sensori elettronici (CCD). Rispetto al settore professionale, ciò si è verificato con un ritardo limitato (circa 10 anni). L'evoluzione ha poi portato all'utilizzo di camere rapide e a basso costo, a partire dalle comuni webcam. Attualmente questo tipo di camere è quello più utilizzato e che fornisce facilmente i migliori risultati.

L'epoca delle immagini planetarie su pellicola ormai appartiene definitivamente al passato: il vantaggio di vedere in tempo reale l'aspetto del pianeta sullo schermo di un computer, potendo quindi regolare i parametri di ripresa; la riduzione drastica dei tempi di posa; la possibilità di combinare filtri in modo opportuno; l'accesso quasi contemporaneo a bande spettrali diverse, anche di là dello spettro visibile... sono i principali fattori (tra gli altri!) che hanno contribuito notevolmente a innalzare la qualità delle riprese e la loro utilizzazione anche per uno studio "serio". Oggi una qualunque sessione di ripresa in condizioni cattive produce senza difficoltà delle immagini che sono paragonabili alle migliori che potevano essere ottenute su pellicola in condizioni eccellenti, con un numero di tentativi non trascurabile, in un passato non lontano.

Per questi motivi, ci limiteremo in questa sede a dare qualche indicazione pratica sui vari aspetti delle immagini digitali. A causa della rapida evoluzione del mercato, non ci avventureremo a descrivere apparecchiature troppo specifiche, mentre sottolineeremo i principi di base, che come tali restano normalmente validi e possono essere usati come guida per ogni ulteriore approfondimento.

La fotografia sostituisce l'osservazione visuale?

All'inizio del nuovo millennio il numero di fotografie digitali pervenute alla Sezione Pianeti ha, per la prima volta, iniziato a superare il numero dei disegni. In pochi anni, le osservazioni visuali sono state ridotte a una piccola frazione dei contributi ricevuti. La facilità di ottenere belle immagini è sicuramente la causa di questa piccola rivoluzione.

Quando una tecnica può veramente "sostituire" un'altra? Certamente ciò accade se essa è capace di portare le stesse informazioni, eventualmente aggiungendone di nuove. Ciò vuol dire - ad esempio - che guardando le immagini moderne, dovremmo poterle confrontare con vecchi disegni, per identificare (e misurare) eventi o strutture simili: i contorni di una tempesta marziana, le frontiere delle bande di Giove o Saturno, l'entità della fase di Venere...

Purtroppo non è così! A causa di molte sottili ragioni (ad esempio: la diversa risposta spettrale della camera; le elaborazioni successive; la calibrazione dei colori; i filtri usati, ecc...) le immagini CCD non sono confrontabili (perlomeno in generale) con i disegni. Può darsi che questo problema, con studi ed analisi opportune, possa essere superato, ma finché ciò non accade l'unico modo per mantenere la possibilità di un confronto consiste nel proseguire l'attività di osservazione visuale.

L'osservazione visuale resta quindi la sola ed unica fonte di informazione strettamente confrontabile con un corpus storico di osservazioni che risale nel passato per quasi due secoli. Abbandonare il visuale per la fotografia potrebbe voler dire spezzare quella continuità di registrazioni ottenute con un metodo omogeneo, che le rende così preziose. Per questo motivo, non abbandoniamo l'osservazione visuale.

Inoltre, l'osservazione visuale permette di prendere coscienza dei molteplici problemi e difficoltà strumentali, e di entrare in confidenza con i pianeti allo studio e le loro caratteristiche. Essa ha quindi uno scopo didattico ineguagliabile, essendo oltretutto disponibile a tutti, ovunque e senza costi aggiuntivi.

Le tecniche visuali sono quindi da perseguire, soprattutto per chi inizia, e possono accompagnare utilmente anche la ripresa di immagini fotografiche.

A cosa serve la fotografia planetaria?

Una buona immagine digitale può essere misurata producendo la posizione in latitudine e longitudine di decine di dettagli con incertezze che prima erano difficilmente accessibili anche tramite l'utilizzo di decine di disegni. Ciò permette di studiare in dettaglio tutti i fenomeni che caratterizzano i pianeti.

Se la fotocamera ha una buona linearità di risposta (equipaggiata con un sensore CCD di qualità), si può fare fotometria nel visuale, nel vicino infrarosso o in particolari bande spettrali, trasformando in informazioni quantitative le tradizionali stime di intensità e colore.

Svantaggi della fotografia digitale planetaria

Scorrendo quanto scritto sopra, si può avere l'impressione che l'uso del CCD abbia risolto tutti i problemi. Ma come sempre, non è tutto oro quel che luccica! Anche per la fotografia digitale dei pianeti esistono delle riserve e dei limiti. Tra essi vogliamo ricordare:

  • l'elaborazione delle immagini non è una procedura di facile automatizzazione e richiede del tempo da passare al computer - in molti casi superiore al tempo speso al telescopio. Non è questo ciò che tanti astrofili cercano!
  • Il computer e gli accessori indispensabili per connettere la camera e ingrandire le immagini a sufficienza devono essere aggiunti al corredo dell'osservatore.
  • Trasformare una bella immagine in un'immagine misurabile, che davvero possa permettere di estrarre l'informazione utile, è facile ma richiede di adottare opportuni accorgimenti.
  • La misura delle immagini è cosa non facile, e estrarre informazioni oggettive sul colore o la luminosità
assoluta dei dettagli richiede calibrazioni che spesso non possono essere effettuate.
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