Storia: 1995-oggi

Da Sezione Pianeti UAI.

Versione delle 07:37, 7 mar 2009, autore: Paolo (Discussione | contributi)
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Dopo Falorni

Il 23 dicembre 1995 Falorni ci lasciò, a 51 anni, mentre era da pochi mesi anche Presidente dell'UAI, dopo esserne stato per molti anni Vice-Presidente. Uscì uno struggente ricordo dei suoi amici e colleghi fiorentini sul n. 1/1996 di Astronomia, pp. 3-5. Lasciò un vuoto incolmabile sia come organizzatore, sia come divulgatore, sia come acutissimo osservatore, sia come amico di tanti astrofili italiani, che avevano apprezzato la schiettezza del suo ruvido ma brillante carattere toscano.

Sotto la guida di Falorni, la Sezione Pianeti era stata progressivamente riconosciuta come una delle più attive, scientificamente valide e meglio organizzate dell'UAI, e il carisma anche internazionale dell'uomo era parte integrante della sua anima.

Sul n. 4/1996 di Astronomia, pp. 5-12, uscì un suo rapporto postumo sulla regressione della calotta polare sud di Marte nel 1988 che, presentato nel 1992 a Violau, al Meeting Europeo degli Osservatori di Pianeti e Comete, avrebbe dovuto essere solo il primo di una serie di contributi su Marte che Falorni si apprestava a preparare.

Falorni fu ricordato dagli astrofili dell'Osservatorio di San Vittore, che fecero intestare a suo nome il pianetino 6640 da essi scoperto (1990DL) [Minor Planets Circular n. 27331, 1 giugno 1996].

La riunione dei coordinatori della Sezione Pianeti, tenutasi all'Osservatorio Ximeniano di Firenze il 24 febbraio 1996, nominò alla sua successione Tanga. Si doveva proseguire, cercando di portare avanti l'eredità del fondatore della Sezione.

Nuove iniziative

Nel 1997 venne inaugurato un nuovo bollettino interno, “Alta Risoluzione”, per mantenere un rapporto più stretto e agile con gli osservatori, riportare iniziative, metodologie e risultati provvisori, note spicciole sulla vita della Sezione. Il bollettino n. 1 apparve nell'aprile 1997.

Alcuni coordinatori avevano acquisito un indirizzo e-mail, e per mezzo del web stava nascendo un modo tutto nuovo, efficace e immediato, di comunicare. Nel 1996 la Sezione si era affacciata timidamente su internet, ottenendo uno spazio all'interno del sito di McLink.

Una nota di Testa contenente un rinnovato invito all'osservazione planetaria apparve sul n. 1/1997 di Astronomia, pp. 20-23; essa ricapitolava le ragioni per tener vive le osservazioni visuali a scopo di sorveglianza sistematica, e le basi della metodologia da seguire.

La Sezione partecipò al 3° Meeting Europeo di Violau (febbraio 1997) con Leo, Quarra e Sarocchi, che riscossero un ammirato successo presentando elaborazioni digitali con animazioni di immagini ottenute nel 1996 all'Osservatorio di San Gersolé (ora Osservatorio “M. Falorni”). Si consolidarono in quella sede collaborazioni internazionali per lo studio di Venere, e con il gruppo tedesco che stava implementando il software per l'analisi delle misure posizionali di Giove (JUPOS) [Astr., 2-3, 1997, pp. 41-42].

Attraverso il bollettino venne lanciata la proposta di un gruppo di lavoro su Urano e Nettuno (con coordinamento di R. Lena), visto che sporadicamente questi pianeti venivano osservati in cerca di elusivi dettagli. L'iniziativa era temeraria ed ebbe per il momento poco seguito.

Nello stesso bollettino si annunciò l'attribuzione del Premio Senigalliesi 1998-99 a M. Frassati, che stava scalando le vette della celebrità fra gli osservatori italiani grazie a un occhio sensibilissimo e a una mano particolarmente abile nel disegno dei pianeti, in bianco e nero e ancor più a colori.

Venne organizzato il 3° Seminario Didattico, intitolato a M. Falorni, tenuto a Grosseto nel maggio 1998, con le consuete relazioni dei coordinatori, cui si aggiunsero alcuni qualificati contributi esterni ed esercitazioni (come la riproposta simulazione della stima della fase di Venere, predisposta da Sarocchi e Leo) [Astr., n. 2, 1999, pp. 29].

Sarocchi, completati gli studi accademici, trovò impiego in Messico. Il suo attaccamento alla Sezione fu tale che decise ugualmente di mantenere il coordinamento del programma osservativo di Venere. Tuttavia, poiché Quarra nel frattempo si stava dedicando allo sviluppo e alla consulenza delle nuove tecniche CCD, per tenere le fila delle osservazioni venusiane fu opportuno affiancare, dal 2000, un assistente, nella persona di R. Braga [Astr., 2, 2001, pp. 35-36].

Nel 2001 Braga scrisse una nota metodologica [Astr., n. 3, 2001, pp. 25-31], con suggerimenti e caveat sull'osservazione di Venere, che prendevano lo spunto dall'esame delle molte osservazioni in archivio: sottolineò la necessità di essere molto critici nell'analisi dei tenui particolari del pianeta, l'utilità di filtri per standardizzare i risultati, l'importanza di stime di intensità. Venne suggerito come discriminare le false visioni della luce cinerea, tramite l'uso di una barra occultante

Venne organizzato, assieme alla Sezione Luna, un ulteriore Seminario didattico “M. Falorni” di osservazione di Pianeti, Luna e Stelle Doppie, svoltosi fra il 29 aprile e il 1° maggio 2001 a Ostellato (FE), con il supporto del Gruppo Astrofili Columbia di Ferrara. Esso fu occasione di cordiali incontri, osservazioni ed esercitazioni pratiche, e non mancò il consueto calendario di lezioni teoriche. Non fu il primo né sarà l'ultimo di una serie di meeting per i quali Ostellato è divenuta famosa, come luogo di un tradizionale “star party” degli osservatori planetari, lunari e non solo, favorito dalla collocazione e configurazione geografica e dal favorevole seeing. Nel 2003, in particolare, vi si tenne un Seminario sull'osservazione di Marte, nell'imminenza della grande opposizione di quell'anno.

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