https://pianeti.uai.it:80/index.php?title=Venere:_L%27osservazione&feed=atom&action=historyVenere: L'osservazione - Cronologia2024-03-28T21:02:36ZCronologia della pagina su questo sitoMediaWiki 1.15.1https://pianeti.uai.it:80/index.php?title=Venere:_L%27osservazione&diff=7166&oldid=prevRbraga il 20:01, 21 gen 20172017-01-21T20:01:15Z<p></p>
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<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore<del class="diffchange diffchange-inline">. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non rendono difficoltoso l'impiego di filtri scuri</del>. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti; tuttavia osservatori esperti riescono a fare disegni dettagliati anche con rifrattori da 76 - 80 mm, purché ben corretti. Strumenti più grandi di 25 cm non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. In linea di massima <ins class="diffchange diffchange-inline">9 - </ins>10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti; tuttavia osservatori esperti riescono a fare disegni dettagliati anche con rifrattori da 76 - 80 mm, purché ben corretti<ins class="diffchange diffchange-inline">, e persino con cannocchiali da 60 mm è possibile riconoscere le calotte quando sono presenti</ins>. Strumenti più grandi di 25 cm non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli '''oculari di Ramsden (R o SR)''': utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli '''oculari di Ramsden (R o SR)''': utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non rendono difficoltoso l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti; tuttavia osservatori esperti riescono a <del class="diffchange diffchange-inline">compiere osservazioni interessanti </del>anche con rifrattori da 76 - 80 mm, purché ben corretti. Strumenti più grandi di 25 cm non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non rendono difficoltoso l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti; tuttavia osservatori esperti riescono a <ins class="diffchange diffchange-inline">fare disegni dettagliati </ins>anche con rifrattori da 76 - 80 mm, purché ben corretti. Strumenti più grandi di 25 cm non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli '''oculari di Ramsden (R o SR)''': utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli '''oculari di Ramsden (R o SR)''': utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
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<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 14:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 14:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio tra i 15 e 25 cm di diametro, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli <ins class="diffchange diffchange-inline">'''</ins>oculari di Ramsden (R o SR)<ins class="diffchange diffchange-inline">'''</ins>: utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Accessori particolarmente utili nell'osservazione di Venere sono i filtri colorati poichè, come vedremo più avanti, l'uso di filtri selettivi a diverse lunghezze d'onda consente di evidenziare diverse caratteristiche dell'atmosfera.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Accessori particolarmente utili nell'osservazione di Venere sono i filtri colorati poichè, come vedremo più avanti, l'uso di filtri selettivi a diverse lunghezze d'onda consente di evidenziare diverse caratteristiche dell'atmosfera.</div></td></tr>
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<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, <del class="diffchange diffchange-inline">il diametro ideale essendo </del>tra 15 e 25 cm, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia '''è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche''' e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, <ins class="diffchange diffchange-inline">meglio ancora sarebbe disporre di un telescopio </ins>tra <ins class="diffchange diffchange-inline">i </ins>15 e 25 cm <ins class="diffchange diffchange-inline">di diametro</ins>, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, il diametro ideale essendo tra 15 e 25 cm, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia <ins class="diffchange diffchange-inline">'''</ins>è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche<ins class="diffchange diffchange-inline">''' </ins>e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, il diametro ideale essendo tra 15 e 25 cm, in particolare per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, il diametro ideale <del class="diffchange diffchange-inline">collocandosi </del>tra 15 e 25 cm, in <del class="diffchange diffchange-inline">particoalre </del>per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi e diffusi, anche se visibili su un disco che può scendere sotto i 10 secondi d'arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia è bene evitare l'uso di strumenti molto piccoli in quanto tendono a generare artefatti e illusioni ottiche e non permettono l'impiego di filtri scuri. In linea di massima 10 cm di apertura sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, il diametro ideale <ins class="diffchange diffchange-inline">essendo </ins>tra 15 e 25 cm, in <ins class="diffchange diffchange-inline">particolare </ins>per l'osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti più grandi non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per l'imaging digitale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 12:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>== Metodi Osservativi ==</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">Le caratteristiche dei particolari venusiani - grande scala </del>e <del class="diffchange diffchange-inline">bassissimo contrasto - suggeriscono qualche considerazione specifica di carattere strumentale.</del></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">Per osservare Venere non occorrono grandi telescopi in quanto i dettagli della coltre nuvolosa sono in genere grandi </ins>e <ins class="diffchange diffchange-inline">diffusi, anche se visibili su </ins>un <ins class="diffchange diffchange-inline">disco che può scendere sotto i 10 secondi </ins>d'<ins class="diffchange diffchange-inline">arco nei mesi a cavallo della congiunzione superiore. Tuttavia è bene evitare </ins>l'<ins class="diffchange diffchange-inline">uso di strumenti molto piccoli </ins>in <ins class="diffchange diffchange-inline">quanto tendono a generare artefatti </ins>e <ins class="diffchange diffchange-inline">illusioni ottiche e non permettono </ins>l'<ins class="diffchange diffchange-inline">impiego di filtri scuri</ins>. <ins class="diffchange diffchange-inline">In linea </ins>di <ins class="diffchange diffchange-inline">massima 10 cm </ins>di apertura <ins class="diffchange diffchange-inline">sono sufficienti per effettuare osservazioni utili, il diametro ideale collocandosi tra 15 e 25 </ins>cm, <ins class="diffchange diffchange-inline">in particoalre per </ins>l'<ins class="diffchange diffchange-inline">osservazione coi filtri blu e violetti. Strumenti </ins>più grandi <ins class="diffchange diffchange-inline">non offrono alcun vantaggio significativo nell'osservazione visuale mentre sono invece raccomandati per </ins>l'<ins class="diffchange diffchange-inline">imaging digitale</ins>.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">Il minor potere separatore richiesto consente di abbassare </del>un <del class="diffchange diffchange-inline">poco la soglia </del>d'<del class="diffchange diffchange-inline">apertura minima usualmente richiesta per </del>l'<del class="diffchange diffchange-inline">osservazione planetaria visuale, stabilita </del>in <del class="diffchange diffchange-inline">4 pollici per i rifrattori </del>e <del class="diffchange diffchange-inline">6 pollici per i riflettori, mentre </del>l'<del class="diffchange diffchange-inline">attitudine dello strumento a fornire immagini contrastate riveste particolare importanza</del>. <del class="diffchange diffchange-inline">'''Un rifrattore </del>di <del class="diffchange diffchange-inline">80 mm </del>di apertura <del class="diffchange diffchange-inline">o un riflettore (o catadiottrico) di 13 </del>cm, <del class="diffchange diffchange-inline">possibilmente a bassa ostruzione come i Maksutov classici, sono sufficienti a mostrare quasi tutta la casistica dei fenomeni venusiani accessibili all'osservatore visuale'''; </del>l'<del class="diffchange diffchange-inline">uso di strumenti </del>più grandi <del class="diffchange diffchange-inline">permette però di ottenere immagini con un maggior contrasto, di impiegare filtri scuri e di osservare con maggior profitto anche nei mesi a cavallo della congiunzione superiore, quando il piccolo disco del pianeta impone </del>l'<del class="diffchange diffchange-inline">uso di ingrandimenti elevati, fino a 300x ma anche oltre se il seeing lo consente</del>.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div></div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Gli oculari devono essere ben corretti al centro del campo, con un trattamento e un'opacizzazione che abbattano efficacemente la luce diffusa che nelle osservazioni diurne è particolarmente deleteria. '''E' bene prediligere oculari con poche lenti come gli Huygens (H o HM), i Kellner e gli ortoscopici di Plossl e di Abbe''', soprattutto se per raggiungere gli ingrandimenti voluti è necessario impiegare le lenti di Barlow. Assai vantaggiosi risultano gli oculari di Ramsden (R o SR): utilizzati con strumenti di rapporto focale pari ad almeno f/8 permettono di posizionare l'immagine del pianeta nel punto del campo visivo in cui l'aberrazione cromatica dell'oculare compensa quella dell'atmosfera e di osservare perciò il pianeta privo di colori spuri.</div></td></tr>
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<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 13:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 13:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Le caratteristiche dei particolari venusiani - grande scala e bassissimo contrasto - suggeriscono qualche considerazione specifica di carattere strumentale.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Le caratteristiche dei particolari venusiani - grande scala e bassissimo contrasto - suggeriscono qualche considerazione specifica di carattere strumentale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>-</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Il minor potere separatore richiesto consente di abbassare un poco la soglia d'apertura minima usualmente richiesta per l'osservazione planetaria visuale, stabilita in 4 pollici per i rifrattori e 6 pollici per i riflettori, mentre l'attitudine dello strumento a fornire immagini contrastate riveste particolare importanza. '''Un rifrattore di <del class="diffchange diffchange-inline">3 pollici </del>di apertura <del class="diffchange diffchange-inline">(acromatico di lunga focale o apocromatico) </del>o un riflettore (o catadiottrico) di <del class="diffchange diffchange-inline">5 pollici</del>, possibilmente a bassa ostruzione come i Maksutov classici, sono sufficienti a mostrare quasi tutta la casistica dei fenomeni venusiani accessibili all'osservatore visuale'''; l'uso di strumenti più grandi permette però di ottenere immagini con un maggior contrasto, di impiegare filtri scuri e di osservare con maggior profitto anche nei mesi a cavallo della congiunzione superiore, quando il piccolo disco del pianeta impone l'uso di ingrandimenti elevati, fino a 300x ma anche oltre se il seeing lo consente.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Il minor potere separatore richiesto consente di abbassare un poco la soglia d'apertura minima usualmente richiesta per l'osservazione planetaria visuale, stabilita in 4 pollici per i rifrattori e 6 pollici per i riflettori, mentre l'attitudine dello strumento a fornire immagini contrastate riveste particolare importanza. '''Un rifrattore di <ins class="diffchange diffchange-inline">80 mm </ins>di apertura o un riflettore (o catadiottrico) di <ins class="diffchange diffchange-inline">13 cm</ins>, possibilmente a bassa ostruzione come i Maksutov classici, sono sufficienti a mostrare quasi tutta la casistica dei fenomeni venusiani accessibili all'osservatore visuale'''; l'uso di strumenti più grandi permette però di ottenere immagini con un maggior contrasto, di impiegare filtri scuri e di osservare con maggior profitto anche nei mesi a cavallo della congiunzione superiore, quando il piccolo disco del pianeta impone l'uso di ingrandimenti elevati, fino a 300x ma anche oltre se il seeing lo consente.</div></td></tr>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 19:51, 29 mar 2013</td>
</tr>
<tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 13:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 13:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
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