Venere: monitoraggio bolidi
Da Sezione Pianeti UAI.
Su Venere, le velocità dei meteoroidi interplanetari sono comprese fra 10.4 e 85 km/s quindi, in media, la velocità delle meteore sarà maggiore che sulla Terra e possiamo stimare le quote dei limiti atmosferici dove esse si generano. Si trova che all’intervallo 120-70 km per le meteore sulla Terra, corrisponde l’intervallo 300-200 km su Venere. Questo risultato indica che, a parità di massa e velocità del meteoroide, le meteore su Venere si generano ad una quota molto superiore a quella terrestre, ben al di sopra del limite superiore delle nubi e delle foschie del pianeta (che si trovano fino a 80 km di quota). Esse quindi si rendono teoricamente visibili dallo spazio.
Lo studio delle meteore di Venere, o meglio dei superbolidi venusiani (vedi Tabella), può essere tentata anche da Terra tramite l’osservazione telescopica. Questo programma è discretamente impegnativo in termini di tempo ma può essere condotto dagli astrofili perché non richiede una strumentazione particolarmente sofisticata. Il suo successo è legato alla disponibilità di un monitoraggio il più denso possibile, effettuato tramite una rete di numerosi osservatori.
Log10 massa (kg) | Magnitudine dal suolo venusiano | Magnitudine se visto dalla Terra | Intervallo medio fra 2 eventi (giorni) |
3.5-4.5 | -19 | +15 | 2 |
4.5-5.5 | -22 | +12 | 9 |
5.5-6.5 | -24 | +10 | 21 |
6.5-7.5 | -27 | +7 | 183 |
Nel periodo attorno alla congiunzione inferiore, quando Venere passa fra la Terra e il Sole, il pianeta è alla minima distanza e rivolge l’emisfero in ombra verso la Terra. Si verificano quindi le migliori condizioni possibili per l’osservazione dei superbolidi dell’atmosfera di Venere. Naturalmente, sarà possibile osservare anche nei mesi precedenti e seguenti la congiunzione, quando il pianeta mostra una fase con almeno il 50% dell’emisfero in ombra. Le osservazioni possono essere condotte al crepuscolo quando Venere è ancora angolarmente lontana dal Sole. In pieno giorno sarà ben più difficile percepire il bagliore prodotto da eventi di questo tipo.
Il fenomeno dei bolidi/superbolidi venusiani sarà visibile come un puntino luminoso che si “accende” sull’emisfero oscuro del pianeta e sparisce in capo ad un secondo o meno. Per le osservazioni amatoriali sono necessari telescopi di almeno 20-25 centimetri di diametro, abbinati con una webcam o una telecamera CCD di buona sensibilità. La strategia di ricerca consiste nella riprese di filmati digitali a 10-15 frame per secondo, di cui analizzare le singole immagini alla ricerca dei bolidi. Se si osserva di giorno si può diminuire la luce del fondo cielo e attenuare la turbolenza atmosferica usando un filtro arancione chiaro come il Wratten n.21 o un rosso chiaro come il W23A. In questo modo dovrebbe essere più facile scorgere i bolidi. Chiaramente il fenomeno è molto raro, ci si aspetta un bolide di magnitudine 7 ogni sei mesi, quindi il successo è possibile solo con la collaborazione di un team di numerosi osservatori. Gli intervalli di tempo medio fra un bolide e l’altro sono stimati in base al flusso meteorico terrestre, ma i valori reali potrebbero essere più elevati o più deboli, a seconda anche delle epoche di attraversamento degli sciami meteorici da parte del pianeta.
Per evitare falsi allarmi, come i flash dei raggi cosmici sul sensore CCD (che potrebbero essere scambiati per bolidi), conviene osservare con due strumenti distinti: solo se il sospetto bolide verrà registrato su entrambi i filmati nello stesso istante (e magari su più frame), si tratterà di un evento genuino.
Le campagne di osservazione amatoriale intraprese in passato (International Venus Watch) non hanno portato a risultati positivi, ma sono state svolte visualmente attorno alla metà degli anni ’90 del secolo scorso, senza l’ausilio dei moderni dispositivi di ripresa digitali.